Campari si avvia ad acquistare, per un po’ meno di 700 milioni di euro, Grand Marnier (il comunicato dell’azienda qui). È una buona notizia. Anche per il Piemonte. Come quella di qualche settimana fa relativa l’azienda leader piemontese del caffé Lavazza che si è fatta un espresso con la francese Carte Noire (il pezzo de Il Sole qui).
Ma che cosa c’entra il gruppo Campari con il Piemonte? C’entra eccome. Perché da anni l’azienda fondata a Milano nel 1860 guarda alle vigne piemontesi come un investimento. Sono ben tre i marchi di matrice vinicola che il gruppo Campari controlla: Cinzano, Mondoro e Riccadonna. Tutti legati al settore delle bollicine. Che tira, eccome se tira! Vedi il Prosecco (docg e doc) che sta collezionando successi e record (si parla di 500 milioni di pezzi e di obiettivi addirittura a 1 miliardo di bottiglie) nonostante alcuni osservatori prevedano imminenti problemi che, tuttavia, ancora non si vedono.
Campari comunque punta sgli spirits e vuole consolidarsi in quel comparto. È quindi lecito chiedersi quanto peso avranno ancora i vini (tra l’altro Campari controlla l’azienda vinicola Sella & Mosca con cantine e vigneti in Sardegna) nella strategia del gruppo lombardo in mezzo a griffe come Aperol, Campari Soda, Biancosarti, Crodino e, a breve, Grand Marnier. Resta il fatto che alcune tipologie di vino, Prosecco, ma anche l’Asti docg nonostante l’avanzare di minacciose ombre, rappresentano entrature di mercato ancora interessanti, in Italia e all’estero.
Aspetti che un colosso come Campari (al 6° posto nel mondo nel beverage) non può non considerare. Specialmente dopo avere piazzato alcuni suoi ex manager in posti chiave del settore vitivinicolo piemontese. Chi sono? Gianni Marzagalli, brianzolo doc, ex numero uno di Sella & Mosca e per una vita uomo azienda di Campari, che da alcuni anni, dopo essere stato vice dell’acquese Paolo Ricagno, è presidente del Consorzio dell’Asti. C’è poi il direttore dello stesso ente consortile, Giorgio Bosticco, enologo ed ex manager commerciale di Campari, oggi anche presidente di Piemonte Land of Perfection (Plop) il “Consorzio dei Consorzi” la cui missione è armonizzare le attività promozionali dei Consorzi vinicoli piemontesi. Vero è che si tratta di ex manager Campari, da tempo non più operativi all’interno del Gruppo dove, però, com’è naturale, non è escluso abbiano ancora conoscenze e contatti. Questo potrebbe essere un buon viatico affinché il gruppo milanese non si disamori troppo del mondo del vino piemontese. Il contrario rischierebbe di causare “scosse telluriche” di cui oggi il vino made in Piemonte davvero non sente il bisogno.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)