Asti spumante. Leonangeli (Martini & Rossi) rompe il silenzio e spiega a Mamma Rai il divorzio dal consorzio

inserito il 9 Marzo 2010

Stefano Leonangeli, ad di M&R, ha spiegato al Tg3 Piemonte perché il più grande produttore di Asti spumante tre mesi fa ha lasciato il Consorzio di tutela.Diciamo subito che grosse novità non ce ne sono state rispetto al comunicato con cui lo scorso dicembre l’azienda di Pessione annunciò l’addio al Consorzio a braccetto con Gancia, altra casa storica delle bollicine piemontesi.

Tuttavia le dichiarazioni di Leonangeli giungono, attraverso la televisione di Stato, in un momento particolare. E non solo perché siamo ad una manciata di giorni dalle travagliatissime elezioni regionali, ma anche per il fatto che a Roma si sta faticosamente portando a termine la discussione per il varo della nuova legge sul vino. Che riscrive, tra le altre cose, anche il futuro dei consorzi di tutela.

Tornando all’intervista il manager-timoniere di M&R ha detto al tg regionale piemontese in buona sostanza che l’azienda ha scelto di valorizzare l’Asti fuori dalle strategie consortili. Punto.

E alle malelingue che in questi giorni avevano fatto circolare voci di un presunto calo di volumi in M&R Leonangeli ha replicato con i numeri: un fatturato da 200 milioni in crescita del 6% nonostante la crisi globale, 400 addetti in Piemonte, 28 milioni di bottiglie di Asti spumante prodotto ogni anno.

Insomma Martini & Rossi mostra i muscoli assicurando che continuerà a tenere l’Asti al centro della sua produzione vinicola, ma annunciando anche nuove strategie e prodotti.

Sarebbe stato interessante Leonangeli ne accennasse qualcuna, ma l’intervista al Tg3 piemontese è finita in gloria con l’intervistatore (il caporedattore Rai Torino, l’astigiano Carlo Cerrato) che come ultima domanda chiede a bruciapelo «Chi la fa la festa?» e l’ad che risponde prontamente «Martini!». Una battuta tanto perfetta da sembrare preparata.

Ci fosse stato anche Clooney con la Canalis sarebbe venuto giù il teatro!

Ecco il link: http://www.inforegioni.rai.it/ram/regioni/piemonte/tgr/20100309new1biftgr_ore_19_30_del_giorno_9_marzo_2010-piemonte-00.ram

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

3 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. stefano Leonangeli 17 Maggio 2010 at 16:54 -

    Giusto un commento a quanto letto sopra:

    1) ci si creda o no la battuta richiesta dall’intervistatore del tg3 non era preparata, se è riuscita bene, bene! vuol dire che sono un talento inespresso e magari ho una nuova carriera davanti nel teatro….. hai visto mai!
    2) il problema non sono le rese per la martini e Rossi non lo sono mai state!!. il problema sono gli sprechi, i soldi buttati di un piano di rilancio che a contribuito a fare dell’ Asti una “Commodity” distruggendo il valore di filiera che la martini e Rossi ha contribuito a” in gran parte” a realizzare per l’Asti in diversi mercati, in origine in Italia poi in Usa ora in Russia e che diversi produttori e imbottigliatori invece stanno sviliendo con prezzi e qualità infimaapprofittando anche del logo e delle iniziative consortili.

    Dubbi su la voglia di continuare ad investire sull’asti della martini e rossi come fatto in passato??la risposta alla conferenza stampa indetta per il 27 Maggio 2010 a Pessione.

    Saluti a tutti i lettori

    Stefano Leonangeli

    AD Martini & Rossi

  2. filippo 10 Marzo 2010 at 17:14 -

    È una teoria. Ma personalmente ho il sospetto che la faccenda sia più complicata. Stando alle dichiarazioni M&R dice di volere valorizzare l’Asti. Perché non dovremmo crederle? Solo per il fatto che è uscita dal Consorzio di tutela? D’altra parte ecco il lancio dei due prodotti “francesi” che sembra voler rappresentare un test su spumanti italiani meno legati a immagini passate (leggi Asti, ma anche Brachetto, ma anche Prosecco, ma anche Champagne, ecc…). Credo che la posizione migliore sia quella di attendere sviluppi. Ho la sensazione che ce ne saranno… In quanto ai superi, beh c’è gente che con il moscato e il brachetto non doc e non docg ha fatto e fa molto peggio…

  3. Monica Olivieri 10 Marzo 2010 at 15:56 -

    Nel momento in cui dichiarano di voler aggredire il mercato francese con due spumanti senza una precisa origine, anche se dichiarati venduti a prezzo alto, nonmi sembra che vogliano tutelare l’Asti e quello che ci sta dietro. Mi dà piuttosto l’impressione di qualcosa di strano e cioè di voler sfruttare superi che derivino da un’ulteriore riduzione delle rese per le due uve aromatiche per eccellenza, Moscato e Brachetto

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