Associazioni. Il manifesto di “Più Freisa”: «Insieme per fare più grande un vino che ha più di 500 anni di storia»

inserito il 3 Marzo 2021

Un vitigno che per gli scienziati è nato da un “genitore” certo e da un altro sconosciuto, che ha parentele con il nebbiolo, che produce un vino apprezzato da oltre 500 anni e che, oltre a Consorzi e associazioni di categoria, ora ha pure un’associazione, “Più Freisa”, che ne vuole valorizzare l’immagine e la diffusione.

Ma c’era davvero bisogno di un altro gruppo di vignaioli che, occorre dirlo, hanno già rappresentatività in altri organismi?

Domenico Capello, presidente di “Più Freisa”, interrogato così da SdP non poteva che rispondere di sì, che un gruppo di “freisisti” serve eccome, argomentando la sua tesi in questo modo: «C’era bisogno di un gruppo che riunisse i produttori perché in realtà le cantine del Freisa sono spalmate su vari territori, spesso distanti tra loro, e inserite in vari Consorzi (Freisa di Chieri e Barbera d’Asti). Ci è, dunque, sembrato il momento giusto per dare vita a un sodalizio che accogliesse tutti i vignaioli e le Cantine che producono questo grande vino la cui immagine è rimasta un po’ fuori dai radar del rinnovamento. In molti pensando alla Freisa ne hanno l’idea di un vino desueto, legato al passato con una “vivacità” che non è più richiesta dal gusto del pubblico. Ecco noi di “Più Freisa” vogliamo rinnovare il racconto della Freisa e rinnovarne l’immagine e anche il modo di consumarla».
Buoni propositi che, però, con la pandemia hanno subito rallentamenti e intoppi, come in tanti altri ambiti. «Avevamo in programma un paio di eventi, non solo in Piemonte ma anche in qualche grande città, ma con il protrarsi della pandemia tutto è stato rinviato. Ora stiamo pensando a qualche intervento via web, magari riservato agli operatori e ai giornalisti. Vedremo».

Intanto “Più Freisa” si presenta con un suo “manifesto”, eccolo:

Radici piemontesi e identità territoriale. È dal cuore del Piemonte che nasce l’Associazione Più Freisa.Un’associazione che unisce. Produttori, territori, cultura e lei, la Freisa.

Nel nostro DNA: tutelare, promuovere, valorizzare le unicità e le particolarità di un vitigno antico, capace di grandi sorprese. Un progetto capillare e ambizioso, che si prefigge di accrescere la conoscenza e l’apprezzamento della Freisa attraverso attività rivolte al consumatore ma anche agli operatori di settore. Partendo dal territorio e dalla conservazione della cultura locale, con la crescita di una consapevolezza ambientale, orientata a ridurre l’utilizzo di prodotti chimici in vigna e mantenere un’elevata qualità in cantina. Qualità che è il frutto di un percorso sperimentale con l’Università degli Studi di Torino – Facoltà di Agraria. E’ grazie alla ricerca costante infatti, che gli spiccati tannini della Freisa, gestiti con cura “scientifica” in vigna e in cantina, ci permettono di ottenere un vino equilibrato, fruttato e persistente, di struttura e longevo.

La sua famigliarità con il Nebbiolo, con cui condivide l’85% del patrimonio genetico, è attestata da studi genetici condotti da Anna Schneider e Vincenzo Gerbi. Sono loro che hanno messo in evidenza come l’uva Freisa provenga da un incrocio spontaneo tra Nebbiolo e un altro genitore scomparso o ancora sconosciuto. Le similitudini con il Nebbiolo non sono solo morfologiche, ma anche sul profilo antocianico e polifenolico, con caratteristiche che accomunano la vinificazione dei due vini.

Un vitigno antico. Un vitigno pregiato. Risalgono al cinquecento le prime testimonianze scritte in cui viene menzionata la Freisa (‘Pro qua libet carrate et somate Fraesarum solidum unum, denario sex’). Compare infatti nelle tariffe doganali piemontesi di Pancalieri dell’epoca, dove viene stimata il doppio delle altre uve. Una lunga storia radicata in Piemonte da oltre cinquecento anni.

Ma com’è la Freisa? Austera e Frizzante, Caparbia e Seducente, Ruvida e Gentile, Coraggiosa e Ribelle. Con le sue eccezionali sfaccettature è in grado di sedurre i più intransigenti wine lovers ed è capace di adattarsi ad ogni occasione senza mai tradire il suo carattere, tutto piemontese, che ha in dote. Un eccellente vino di nicchia che racconta di suggestivi paesaggi collinari, sentieri di Langa, preziosi tesori del Romanico che costellano le vigne del Monferrato e del Torinese, un’eredità storica secolare che fa da teatro alle Cantine produttrici dell’Associazione Più Freisa, pronte ad accogliere un turismo locale e internazionale con passeggiate inedite e degustazioni guidate.

Con la sua intensità in colore e polifenoli, i suoi tannini pungenti e la spiccata acidità, la Freisa si apre nel calice con una complessità di sentori in rosso: dalla rosa al lampone, ai piccoli frutti rossi nelle espressioni più giovani, sino a sviluppare profumi di spezie, frutta matura in composta e struttura nei vini in cui un lungo affinamento ne ha ammorbidito la ruvidezza. L’abbinamento con i piatti della gastronomia locale regalano un connubio perfetto, esaltando le caratteristiche dei più tipici piatti piemontesi, dal fritto misto al brasato, al bunet. Un viaggio sensoriale – dal dolce allo spumante, dal chiaretto al frizzante, al superiore – che descrive magnificamente le potenzialità di un vitigno che ha davvero molto da raccontare e che da oggi l’Associazione Più Freisa si prefigge di raccontare!

L’Associazione Più Freisa si propone la tutela e la promozione del vitigno e del vino Freisa che, con i suoi quasi 1000 ettari vitati e la sua diffusione dal Torinese al Basso Monferrato Astigiano alle Langhe, ai Colli Tortonesi, si presenta con sette Doc – Freisa d’Asti, Freisa di Chieri, Langhe Freisa, Monferrato Freisa, Colli Tortonesi Freisa, Pinerolese Freisa e Piemonte Freisa.

I soci fondatori dell’Associazione, che di recente hanno unito le forze per una promozione congiunta, sono: La Montagnetta, Cantine Balbiano, Ca’ del Prete, Cascina Gilli, Crotin 1897, Stefano Rossotto, Tenuta Tamburnin, Tenuta Santa Caterina, Terre dei Santi.

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