Sul fronte Brachetto le notizie sono due e le diamo in ordine cronologico: la costituzione dell’associazione di vignaioli, che è stata fissata per l’8 aprile, e il summit con vignaioli, cantine sociali, sindacati rurali e sindaci, annunciato dalla Provincia di Asti. Sulla prima novità parla Pierluigi Botto, produttore alessandrino tra i primi promotori di Assobrachetto: «I soci fondatori del sodalizio – ha detto ad Sdp – saranno dodici. Ma i firmatari della petizione per la costituzione dell’associazione sono centinaia e ci attendiamo iscrizioni in massa. Stiamo valutando regole molto strette per garantire rappresentatività e trasparenza. Per esempio ogni iscritto potrà votare per sè e avere al massimo una delega. Alle Cantine sociali andrà un quinto dei rappresentanti, ma i conferenti dovranno votare di persona e non per delega ai rappresentanti della Cantina». Un modo questo, secondo Botto, per evitare il controllo di “pacchetti” di voti. Intanto si stanno muovendo anche le istituzioni. Ieri Fulvio Brusa, assessore all’Agricoltura della Provincia di Asti, ha confermato la convocazione di una riunione ad Asti per il 10 aprile. Ha dichiarato a Sdp l’assessore: «Al summit abbiamo invitato viticoltori, cantine sociali, organizzazioni agricole e sindaci dei 18 Comuni astigiani (sono 8 quelli della parte acquese ndr) dell’area di produzione. Daremo voce a loro per capire che cosa sta accadendo in un comparto strategico per il vino astigiano». È il primo segnale che la crisi del Brachetto sta preoccupando anche gli enti locali.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it) info@saporidelpiemonte.it