Chi si aspettava risse e duelli rusticani è rimasto deluso. Chi aveva previsto lo status quo anche. All’assemblea del Consorzio dell’Asti docg, che si è riunita ieri nella sede di Isola d’Asti, qualcosa è successo.
Intanto la presenza di un centinaio di vignaioli ha animato la seduta, e non solo per il dilungarsi delle operazioni di registrazione dei partecipanti. Chi c’era riferisce, se non di una totale compattezza della parte agricola, almeno di un’azione comune su obiettivi comuni.
Il tutto avrebbe portato all’approvazione della tanto invocata modifica delle quote di rappresentanza all’interno del Consiglio direttivo dell’ente consortile oggi considerate sbilanciate a favore delle Case spumantiere.
Secondo quanto deciso ieri il prossimo Consiglio direttivo sarà composto da 19 membri (oggi sono 27) di cui 9 di parte agricola (ora sono 11) e 10 di parte industriale (ora sono 16). Sulla figura del presidente c’è chi predilige la consueta alternanza tra le due anime del Consorzio e chi, invece, immagina una figura super partes da pescare nel sociale o nel mondo politico. Ma i cambiamenti non si fermerebbero alla rappresentanza. Dall’assemblea di ieri, in mancanza di comunicazione ufficiale da parte del Consorzio, filtrano indiscrezioni che parlano esplicitamente della volontà di mettere mano al disciplinare. Sulla spinta della crisi che sta attanagliando l’Asti docg che in pochi anni ha visto quasi dimezzata la produzione si starebbe pensando a nuove tipologie delle “bollicine dolci più brindate al mondo”. In questi giorni sarebbe già in corso degustazioni di prototipi enologici di un Asti Dry, di un demi-sec e di un rosé. Nuove tipologie in linea con le richieste del mercato sempre più in mano ad altri vini spumanti (leggasi Prosecco).
Per la verità di Asti Dry avevamo parlato noi poche settimane fa (clicca qui) e di Asti Rosè pure nel 2013 con il vice presidente consortile Massimo Marasso (clicca qui). Inoltre, da più parti, si vuole richiamare le aziende a produrre un Asti docg fatto con più attenzione, sempre di qualità eccellente, con magari percentuali zuccherine meno importanti. Qualche dubbio sembra sia stato sollevato sull’opportunità di proseguire con il progetto Asti Hour, che da anni propone l’Asti docg in abbinamento a succhi di frutta. Per alcuni questo non valorizzerebbe le caratteristiche territoriali dello spumante a base moscato, per altri, al contrario, rappresenterebbe ancora un buon modo per entrare nel mondo dei giovani. La discussione è aperta. Certo dopo aver visto la folla di giovani a Vinum Alba che senza farsi problemi degustavano rossi e bianchi, si fa fatica a condividere la seconda ipotesi. Che dire ancora? Che le variazioni del Consiglio direttivo varranno alla scadenza di quello attuale, in carica ancora per un anno. Nella Primavera del 2017 cambierà la governance del Consorzio, presidente compreso. E ancora non si sa se Gianni Marzagalli, ex manager Campari, passerà la mano o si ricandiderà. Vedremo quanti saranno i “pretendenti al trono” di un regno oggi in difficoltà e con non pochi nodi da sciogliere.
F.L.
Chi vivrà vedrà, dice il saggio. Per ora vede chi ha gli occhi giusti per vedere….
Tutti insieme riusciremo a fare quanto necessario.
Io ero presente e posso dire che l’ impressione che ho avuto e che hanno capito che bisogna rinnovare completamente tutto il comparto. L’inizio c’è stato ora se c’è la collaborazione di tutti in un progetto comune di rinnovamento, a mio parere il successo e assicurato. Dipende tutto dalla volontá delle persone. Noi agricoltori siamo piu che decisi a fare la nostra parte.