Qualche giorno fa si è svolto un incontro tra i soci del Consorzio Alta Langa. Si è parlato di come va il comparto e delle prospettive future. Insomma roba abbastanza consueta per un periodo di fine annata. Il tutto, però, lontano dai media che non sono stati invitati.
Solo un paio di quotidiani hanno avuto i dati, in anticipo rispetto agli altri canali a cui la relazione stampa è stata fornita oggi.
Ora, al netto del fatto che il Consorzio di Tutela può liberamente scegliere di convocare le sue assemblee senza invitare i giornalisti, ci mancherebbe, risulta davvero meno condivisibile che le informazioni siano state fornite ad alcune testate e solo più tardi a tutti gli altri operatori dell’informazione.
Ci sono senza dubbio motivazioni che tuttavia sanno un po’ di privilegio. E non è un bel sentire.
Speriamo che in futuro la comunicazione consortile si affini, un po’ come le splendide bollicine dell’Alta Langa.
In ogni caso ecco il comunicato diffuso oggi dal Consorzio Alta Langa docg:
“Un incontro tra i soci del Consorzio dell’Alta Langa Docg nella tenuta di Fontanafredda ha rappresentato l’occasione, il 15 dicembre, per fare tutti insieme il punto della situazione e tracciare le linee per lo sviluppo delle alte bollicine piemontesi.
Piero Bagnasco (AD di Fontanafredda), nel dare il benvenuto, ha ricordato il grande momento di coesione che il Consorzio sta vivendo, tanto più importante se si considera come l’Alta Langa sia allo stesso tempo un prodotto e un territorio. “L’Alta Langa – ha detto Bagnasco – per me è una grande città diffusa che ha coscienza di sé, abitata da gente laboriosa, solidale, orgogliosa. Nelle nostre terre la disoccupazione è al 5.3%: gli stessi livelli della Germania e degli Usa. È il segno che da noi si lavora, e si lavora bene. Il metodo classico Alta Langa rappresenta nel mondo il nostro sapere”. Per Fontanafredda, la crescita nell’ultimo periodo della commercializzazione di bollicine Alta Langa è stata importante. “Ma soprattutto – ha voluto ricordare Piero Bagnasco – lavoriamo tutti insieme per far crescere il Consorzio. C’è una splendida armonia tra parte agricola e parte industriale. Adesso più che mai è il momento di aprirsi, di favorire l’ingresso di nuove aziende”.
Giulio Bava, al suo secondo mandato come presidente del Consorzio, ha parlato dei numeri: “Siamo un piccolo consorzio che funziona molto bene. 85 soci, ben 70 aziende presenti oggi, segno che Alta Langa è sentito. Un progetto nato circa 30 anni fa per volontà di una manciata di viticoltori e sette aziende originarie. Tutti insieme stiamo sviluppando un vino, una denominazione e un territorio: è da qui che deriva ancora oggi la nostra energia. Se piantiamo una vigna per Alta Langa è perché crediamo nella scommessa di un vino che non sarà pronto prima di sei anni, e che dunque dovrà essere per forza un vino importante. La crescita e la qualità che Alta Langa oggi dimostra arrivano da lontano”.
Per promuovere la denominazione, in questo ultimo anno sono state organizzate decine di degustazioni in tutta Italia, Alta Langa ha preso parte al Progetto Vino in seno aCollisioni ed è stata bollicina ufficiale a Terra Madre – Salone del Gusto. È in corso una campagna pubblicitaria sulle principali testate nazionali.
Il Consorzio adesso chiede nuovi impianti “ma vuole che gli impianti siano sostenibili – ha specificato Bava -, l’uva valorizzata, la crescita regolare, parametrata alle vendite”.
Per questo ci sono stati nuovi bandi e la Regione Piemonte ha sostenuto la crescita del vigneto Alta Langa: da 70 ettari si è arrivati prima a 110 e adesso si punta a 200 non ancora tutte in produzione. Se nel 2012 si producevano 5.800 quintali di una per Alta Langa – circa mezzo milione di bottiglie -, il millesimo 2016 avrà 760.000 bottiglie da 8.850 quintali di uva. In quattro anni la crescita è stata del 48%.
“Nel frattempo, con le nuove vigne in parte già piantate. abbiamo programmato il futuro del Consorzio. Quando tutte saranno interamente in produzione, fra 4 anni, le bottiglie saranno 2 milioni. Il prossimo anno dovremo preoccuparci delle vigne che entreranno in produzione tra il 2022 e il 2025: questi sono i tempi di Alta Langa” ha detto Giulio Bava.
“I lunghi tempi di affinamento previsti dal disciplinare Alta Langa richiedono che il vino sia perfetto – ha detto il vicepresidente del Consorzio Carlo Bussi -. Il prezzo concordato in base alla qualità delle uve è sicuramente un incentivo per tutti a fare meglio. Minimizzare l’impatto dei trattamenti sull’uva è una priorità di ogni sistema di coltivazione, per questo abbiamo avviato un monitoraggio analitico sulle uve e sui vini con test sensibilissimi per avere la certezza della qualità offerta. Ci muoviamo nella direzione della sostenibilità delle coltivazioni”.
Al tavolo dei relatori anche il magnifico rettore della Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, Pier Carlo Grimaldi: “La scelta del Consorzio Alta Langa raccoglie l’eredità di un territorio conservato dagli avi e mantenuto intatto per molto tempo. Un territorio che non è stato trasformato come le basse colline. Prezioso, fragile, certamente da sostenere, in cui salvaguardare la biodiversità. Le alte colline di langa conservano un patrimonio naturale che la bassa langa non ha più più. La narrazione di questo vino avrà questo punto di forza: l’origine nel paesaggio fenogliano, terra straordinaria di resistenze – di guerre e di culture -, che ha fatto fronte ai cambiamenti, li ha assecondati, senza perdere il suo bagaglio di memoria”.
Il prossimo obiettivo? Dopo il consolidamento in Italia, l’export. Parola di Andrea Farinetti (Fontanafredda): “Con l’ingresso di Coppo, Contratto e Rizzi siamo ormai 17 produttori. Molti di noi prima, di essere conosciuti per l’Alta Langa, erano noti per la produzione di Barolo, Barbera, vini piemontesi eccezionali. L’Alta Langa dovrà competere nella stessa categoria, e dovrà farlo in tutto il mondo”.
Virtuosa la scelta del Consorzio di affiancare la quota delle contribuzioni dei soci con risorse da partner privati: Vetreria Etrusca e BIM – Banca Intermobiliare hanno stretto un accordo di collaborazione con l’Alta Langa per assicurare il loro sostegno in attività di promozione, studio e ricerca.
ALTA LANGA, ALTE BOLLICINE PIEMONTESI – Prodotto ottenuto da uve Pinot Nero e Chardonnay, Alta Langa può essere solo millesimato e coltivato in vigneti sopra i 250 metri s.l.m. in una zona limitata delle province di Asti, Alessandria e Cuneo.
L’Alta Langa possiede notevole ampiezza dei profumi e complessità, caratteristiche che si sviluppano grazie all’affinamento sui lieviti che avviene per non meno di trenta mesi in bottiglia. È prodotto come brut (bianco e rosé) e può diventare Riserva con più lunga permanenza sui lieviti nei migliori millesimi”.