Agricoltura piemontese in crisi, allarme della Cia astigiana

inserito il 31 Gennaio 2009

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«Ormai il comparto agricolo è arrivato al limite del collasso dovuto ai gravi problemi di gestione del Psr (il piano di sviluppo rurale ndr) da parte della Regione Piemonte e al pressoché totale disinteresse del Governo con 570 milioni di euro tagliati al Ministero per le Politiche agricole rispetto all’anno precedente, la mancata copertura delle polizze assicurative del Fondo di Solidarietà Nazionale, la mancata proroga delle agevolazioni contributive nelle aree svantaggiate – in provincia di Asti solo la piana di Villanova non lo è – l’irrisolto problema dell’Ici sugli ex fabbricati rurali) che non ha previsto alcun intervento – contrariamente a quanto avvenuto per altri settori – che attenui gli effetti della crisi generale ed internazionale e dall’altra”.

Dino Scanavino, presidente provinciale della Cia (agricoltori) e coponente del Comitato nazionale Vini, ha lanciato un forte sos sulla condizione dell’agricoltura piemontese e astigiana.

Il dirigente agricolo ha annunciato forti sofferenze economiche per molte aziende agricole indicando, ad esempio,  il prezzo dei cereali «tornato ai livelli di trent’anni fa», il mercato del vino «che continua ad essere stagnante» ed il prezzo dei bovini «in costante calo».

Scanavino accusa Regione e Governo di non fare abbastanza per il settore agricolo piemontese e avverte: «Vista la situazione generale diventeranno sempre di meno le aziende che vorranno fare investimenti in agricoltura con una prospettiva drammatica per l’intero settore nella nostra provincia».

Infine il presidente Cia accusa gli altri sindacati di non fare squadra: “Trovo insensato – ha affermato – che ad Asti si trovi sempre collaborazione con Confagricoltura e Copagri e mai con Coldiretti».

Filippo Larganà – filippo.largana@libero.it

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