Nell’anniversario della caduta del muro di Berlino sui giornali italiani rimbalza il nome di Guido Martinetti, coofondatore di Grom, come nuovo leader del centrodestra. Ma la società di gelati smentisce via Twitter… a noi di Sdp.
Il quotidiano La Stampa lo ha pubblicato in seconda pagina, tra le cronache di quello che viene definita come una delle più roventi riunioni della direzione politica del Pdl, nel corso della quale, riferiscono i rumors l’Angelino Alfano avrebbe replicato al Berlusconi, dubbioso sulle primarie di partito più volte annunciate, che «Non siamo n° barzellettieri né gelatai».
I cronisti hanno subito collegato il riferimento alla nobile arte del gelato con il sondaggio che proprio il Cav avrebbe fatto eseguire sul gradimento di Guido Martinetti, fondatore insieme a Federico Grom, della famosa catena di gelaterie con sedi in Italia e nel mondo, come futuro giovane leader del centrodestra. Se ne era già parlato in giugno con ampi servizi sui maggiori quotidiani.
E anche questa volta i giornali ci hanno inzuppato il cono… di conseguenza la rete è impazzita e si sono moltiplicati, come era prevedibile, commenti e battute sul tema politica/gelati.
Anche noi, attraverso un account twitter personale, abbiamo detto la nostra, in modo ironico. Ci ha risposto, immediatamente, l’account @Grom_gelato, crediamo ufficiale, che ha smentito, ricordando una precedente smentita di qualche mese fa, la “discesa i campo” di uno dei gelatai più noti d’Italia.
Che dire? Il gelato non fa politica, ma sicuramente la politica di questi mesi sta gelando l’Italia e gli italiani. E speriamo che non li iberni definitivamente.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Si parla di gelati politica gelatai ….
Speriamo che mangino tanto gelato alla nocciola così io vado bene… 🙂
paradossalmente, stando allo stato attuale delle cose, credo sarebbe decisamente meglio un gelataio ai politici di professione!!! a parte le battute credo che martinetti faccia bene a continuare nel suo lavoro…è un esempio da seguire per i giovani che vogliono entrare in agricoltura, magari con idee alternative!!!! chissà che tra cent’anni non scopriranno che se avessimo investito di più in un’agricoltura “furba” saremmo usciti prima dalla crisi, o forse non saremmo addirittura entrati…