Consorzio dell’Asti: a maggio si rinnovano i vertici e scade il mandato di Emilio Barbero. Intanto impazza il toto-presidente tra vecchie conoscenze e nuovi nomi

inserito il 3 Marzo 2009

La sede operativa ad Isola d'Asti

La sede operativa ad Isola d'Asti

Tempo di elezioni al Consorzio di tutela dell’Asti e del Moscato d’Asti. Elezioni del presidente e del Consiglio di Amministrazione di un organismo che governa un comparto da quasi 100 milioni di bottiglie l’anno, che coinvolge circa 7mila aziende vitivinicole del Sud Piemonte, 15mila addetti, e con un fatturato che sfiora i 300 milioni di euro. Giunto al termine il mandato dell’attuale presidente Emilio Barbero (Campari) si tratta ora di trovare entro maggio un successore. E, come accade ad ogni scadenza “elezionale” italiana, impazza il “toto-presidente”.

Sdp ha raccolto voci e pubblica in anteprima rumors e boatos su papabili e no.

 C’è chi parla di una nuova candidatura di Barbero, che, però, viene smentita dallo stesso interessato. «Non è possibile – dichiara a Sdp il presidente uscente – La regola consortile – spiega – vuole che, per ogni triennio di carica, il timone della presidenza passi alternativamente ad un esponente di parte industriale e ad uno di parte agricola».

Secondo questa norma Barbero, rappresentante delle Case spumantiere, deve cedere il passo ad un presidente in rappresentanza degli “agricoli”, cioè cantine sociali e moscatisti. «La mia ricandidatura – ripete Barbero – è fuori discussione. Questa tornata tocca alla parte agricola».

E qui entrano in scena diversi pretendenti alla carica di timoniere dell’Asti.

C’è Romano Dogliotti, patron e uomo immagine (ma anche di cantina, di vigna e di vendita) de “La Caudrina” di Castiglione Tinella (Cuneo), una delle maison che hanno fatto grande il Moscato, L’Asti e tutti i vini dell’area. Intervistato da Sdp big-Romano ha declinato l’invito: «Ho troppo da fare per la mia azienda».

Altro candidato è Paolo Ricagno, già presidente del Consorzio del Brachetto, a capo della Cantina Sociale vecchia Alice di Alice Belcolle (Acquese) che è già stato presidente del Consorzio dell’Asti prima di Barbero. A lui guarderebbero alcune cooperative e anche un gruppo di industrie.

Infine ci sono gli outsiders: Roberto Marmo, presidente della cantina sociale di Canelli, uno dei più vecchi enopoli del Piemonte, già presidente della Provincia di Asti, che metterebbe sul piatto la sua lunga esperienza in campo politico-amministrativo.

Claudio Negrino, della cantina sociale di Alice Belcolle, enopolio concorrente di quello guidato da Ricagno, che porterebbe al centro del Consorzio la voce della cooperazione.

Si fa anche il nome di Maurizio Soave, presidente di Coldiretti Asti.

Ecco, fin qui la rosa dei nomi di papabili, o pseudo tali, a diventare il timoniere del Consorzio dell’Asti e del Moscato. Se la parte agricola troverà l’unità su un nome non è dato sapere.

Certo le prossime settimane saranno decisive.

Significativo l’augurio fatto dal presidente uscente a Sdp: «Mi auguro – ha detto Emilio Barbero – che il candidato di parte agricola sia espressione unitaria. Dopo tante divisioni il nostro mondo ha un bisogno disperato di unità e serenità».

 

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it) info@saporidelpiemonte.it

    

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