Parte dalla Russia, dove sono state scoperte cinque milioni di bottiglie di falso Asti docg per un danno di oltre 100 milioni di euro, la guerra alle false bollicine dolci che imitano quelle piemontesi. Lo ha annunciato Paolo Ricagno, presidente del Consorzio di Tutela, nel corso di un incontro con la stampa internazionale nella sede del Consolato generale d’Italia a San Pietroburgo.
«Che i numeri fossero elevati – ha detto – lo sospettavamo, ma non pensavamo che si potesse trattare di quattro, cinque milioni di bottiglie. Ora partiranno le azioni giudiziarie per chiederne il ritiro dal mercato».
Finora i legali del Consorzio avevano svolto azioni extragiudiziali per convincere le aziende che producono Asti Santino, Lady’s Asti, Moscato d’Asto a sospenderne la produzione, ma senza risultati apprezzabili. Erano invece riusciti a fermare tre domande di marchio per Asti Fiesta, Asti Bortoli e Asti SV già presenti nella grande distribuzione.
Le azioni legali sono rese possibili perché nella Federazione Russa la Denominazione di origine protetta ASTI è stata riconosciuta a seguito di deposito avvenuto il 4 giugno 2008.
E i russi sembrano apprezzare sempre di più le 14 etichette di Asti docg e Moscato d’Asti docg presenti sugli scaffali. Nel 2010 nella Federazione Russa sono stati venduti otto milioni di bottiglie, il 60 per cento in più rispetto al 2009.
Ricagno ha anche ricordato che nel 2011 sarà superato il traguardo di cento milioni di bottiglie vendute nel mondo. Alla conferenza stampa, a cui ha partecipato anche il viceconsole generale di San Pietroburgo Francesco Cimellaro, c’erano molti media internazionali oltre a quelli russi specializzati in enogastronomia e a numerose televisioni.