Aziende vitivinicole bloccate, non si sa per quanto tempo, in attesa che qualcuno (la Regione Piemonte?) faccia chiarezza sul caos che regna sui sistemi di misurazione dei vigneti piemontesi. Ha tutto l’aspetto di un cortocircuito burocratico l’impasse che sembra aver bloccato l’attività delle imprese enologiche del Piemonte.
Tutto è partito dalla denuncia di qualche giorno fa della Cia (agricoltori) e di cui abbiamo riferito in altra parte di questo blog (clicca qui). In sintesi la Confederazione degli agricoli accusa il Csi, che non è il titolo di un telefilm americano ma la sigla che identifica l’ente a cui la Regione ha affidato i controlli sulle superfici vitate, di azioni vessatorie e lesive nei confronti delle aziende viticole, sostenendo, inoltre, che le misurazioni sarebbero inattendibili.
Accuse che sono state confermate a Sdp da diverse fonti, dai consorzi di tutela alle associazioni di categoria, tutti arrabbiati nei confronti di un sistema regionale che, a parere loro, fa acqua da tutte le parti.
L’inghippo, secondo la Cia e chi protesta, sarebbe nella sciagurata tecnica adottata dal Csi, quella cioè di incrociare i dati forniti dal Gis, altra sigla che individua il rilevamento satellitare degli appezzamenti una sorta di Gps dei filari, con banche dati più tradizionali, come il catasto vitivinicolo e l’anagrafe viticola. Il risultato, secondo chi contesta, è stato un guazzabuglio da cui si è ricavato un software che tra l’altro sembra non funzionare.
E il guaio è che in attesa che tutto si chiarisca le aziende vitivinicole sono ferme perché, come ci hanno spiegato presidenti di Consorzi e manager di categoria, senza dati certi e assodati sulla superficie dei vigneti non si può fare nulla, dall’assicurazione anti-grandine all’acquisto di carburanti agricoli a prezzi scontati, ma sono impossibili anche e certificazioni delle uve in vista della vendemmia le cui prime operazioni, lo ricordiamo, potrebbero cominciate tra poco più di tre mesi.
«Già un anno fa come Consorzio di Tutela inviammo una lettera all’assessore regionale per chiedere che la Regione Piemonte intervenisse immediatamente per mettere in chiarezza una situazione dei controlli nei vigneti sempre più fuori controllo» tuona Paolo Ricagno, presidente del Consorzio dell’Asti e del Moscato, ma anche dell’ente che tutela i vini d’Acqui, Brachetto docg in testa e che è a capo della Cantina sociale di Alice e Sessame, nell’Alessandrino, e sposa i pieno le critiche della Cia: «È ora di smetterla con queste verifiche asfissianti che intralciano e bloccano il lavoro dei vignaioli».
Sulla stessa lunghezza d’onda Enzo Gerbi e Lorenzo Giordano, rispettivamente presidente uscente e entrante del Consorzio di tutela dei vini d’Asti e del Monferrato. «La situazione è gravissima e capita in un momento estremamente delicato per i vini rossi piemontesi che sono alle prese con la richiesta di una distillazione di crisi», dice Gerbi anche enologo direttore alla cantina sociale Sei Castelli di Agliano Terme nell’Astigiano. Per Giordano, pure presidente della eno-cooperativa Vinchio & Vaglio nell’Astigiano, la soluzione è che la Regione Piemonte congeli le rilevazioni: «Che oltretutto incrociano le foto aeree di vigneti che risalgono al 2009. In due anni le cose sono cambiate e certo quei dati non combaciano con quelli cartacei».
Infine Pierluigi Biestro, direttore generale di Vignaioli Piemontesi, l’associazione che raggruppa cantine sociali, aziende e vignerons, traccia un quadro preoccupante della situazione: «Tutte le attività burocratiche delle aziende vitivinicole, che sono molte, sono bloccate da questo impasse dei controlli. È una iattura che si riflette in modo drammatico sull’attività e sull’immagine del Piemonte vinicolo. Ed è figlia di una miopia gestionale che ci siamo trascinati per anni senza che nessuno, né a livello istituzionale né sul fronte operativo, ci mettesse una pezza. Ora l’unica cosa da fare è che sia bloccata ogni procedura di misurazione e controllo e, magari rinviata a dopo la vendemmia 2011. È quello che abbiamo richiesto recentemente all’assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte ed è quello che ci aspettiamo venga fatto al più presto».
Intanto in questi giorni sarebbe previsto un incontro tra l’assessore Claudio Sacchetto e alcuni consorzi e associazioni di categoria dei produttori vinicoli. In agenda temi relativi alla distillazione di crisi dei vini rossi come Barbera, Dolcetto e Brachetto, ma in molto assicurano che sarà inevitabile parlare anche del caos controlli.
Filippo Larganà (Filippo.largana@libero.it)