Come si fa a parlare di vino e non solo di vino all’interno di un festival che si chiama Barbera d’Asti Wine Festival e si svolge ad Asti in tempo di Douja d’Or, la rassegna storica del vino targata astigiano?
Si fa con una formula diversa del mero salone vinicolo con banchetti e degustazioni. Ed è quello che ha fatto il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato con la sua prima edizione di Barbera d’Asti Wine Festival.
Location nella parte Ovest della città di Alfieri, tra Palazzo del Michelerio, Palazzo Alfieri e piazza Rossselli con, accanto ai banchi di assaggio delle Cantine, anche spazi per talk, spettacoli musicali, di satira insieme alle classiche degustazioni e masterclass
Così, nei primi giorni della rassegna dedicata alla Rossa più amata dagli appassionati di vino, complice la collaborazione tra il Consorzio presieduto dal produttore Vitaliamo Maccario, sono passati da Asti scrittori di fama, sceneggiatori, comici, attori e registi, insieme a firme del giornalismo enologico nazionale ed internazionale, in un mix che dà molti spunti di riflessione.
Maccario, raggiunto al telefono da SdP, conferma tutto: «I primi cinque giorni? Siamo soddisfatti. Il nostro scopo era quello di concepire e realizzare un festival dove non si parlasse solo di vino, ma anche di arte, cultura, letteratura, musica, ambiente, sostenibilità, paesaggio, natura e tutto quello che solo in apparenza ha a che fare con il vino che, ricordo, oltre a essere un business, è un catalizzatore magnifico di relazioni e contaminazioni sociali. In questi primi giorni lo abbiamo dimostrato e, anzi, stiamo già pensando al futuro».
E di questo, magari, si potrebbe parlarne a fine festival.
fi.l.
Nelle foto di Vittorio Ubertone alcuni scorci delle location del primo Barbera d’Asti Wine Festival con winelovers e le sommelier dell’AIS che assistono alle degustazioni libere dei visitatori.