Vino e paesi. Riecco l’associazione Comuni del Moscato, tra analisi, proiezioni e numeri (del Consorzio) su Asti Spumante e Moscato d’Asti docg. E per i Sorì Eroici arrivano soldi…

inserito il 1 Dicembre 2022

L’Associazione dei Comuni del Moscato è viva e vegeta. Lo diciamo perché qualcuno sui social ne aveva messo in dubbio l’esistenza l’esistenza in attività. Maldicenze da web.

Ed ecco che oggi viene diffusa una nota in cui l’associazione presieduta da Alessio Monti, sindaco di Strevi, dando conto di una riunione del CDA non solo dimostra di essere ancora viva e vegeta, ma dà anche informazioni e analisi sullo stato dell’arte del comparto legato alla produzione dell’Asti Spumante del Moscato d’Asti riferendo dati forniti da una fonte certissima com’è quella del Consorzio di Tutela.

Dati di ottobre: l’Asti Spumante cresce. Il MdA flette.

Dunque subito i numeri. Riferisce la nota che: «Sul tavolo di discussione del Consiglio di Amministrazione, anche i nuovi dati forniti dal Consorzio di Tutela relativi alla vendita dei contrassegni, riferita al 31 ottobre 2022. Dalla tabella si nota subito l’incremento sul totale delle bottiglie, che erano quasi 79 milioni nel 2021 mentre in questo anno superano gli 81 milioni di pezzi (+10,17%). L’aumento riguarda l’Asti, che passa dagli oltre 44 milioni dello scorso anno a più di 51 milioni al 31 ottobre di questo 2022 (+35,28%). In calo invece il Moscato d’Asti, che dai quasi 34,5 milioni del 2021 è sceso sotto i 30 milioni di bottiglie (-14,11%). La crescita generale, quindi sul totale delle bottiglie, interpreta quell’andamento di mercato che ha giustificato la necessità di sbloccare la riserva vendemmiale».

Sblocco riserva e area di produzione

Ed ecco un’altra notizia, quella che si riferisce allo sblocco della riserva vendemmiale (un po’ sulla linea del blocage-deblocage dello Champagne) che permette di avere un “polmone” da utilizzare o da non usare a seconda delle richieste di mercato; e anche la decisione di mettere mano a strumenti che permettano di svecchiare il vigneto moscato. Dicono i Comuni del Moscato: «Nella riunione del direttivo, anche un lungo confronto e la presa d’atto tra gli amministratori sui passi che sta compiendo il Consorzio di Tutela in questi giorni: lo sblocco della riserva vendemmiale 2022 per esigenze di mercato, e soprattutto il nuovo bando che prevede l’estensione della zona di produzione, con un aumento di 150 ettari per il 2023 e altri 150 per il 2024; quest’ultima azione rappresenta un passo delicato, anche se probabilmente necessario, rivolto in particolare allo “svecchiamento” degli impianti esistenti nella zona del disciplinare, oggi ormai sotto i 10.000 ettari, lasciando quindi pensare che si vada verso una sorta di compensazione “fisiologica”. Anche se questo bando è costruito su diverse regole e limitazioni, l’Associazione apprende comunque con cautela questo tipo di azione, consapevole che i produttori da essa rappresentati hanno soprattutto la costante necessità di ricercare principalmente un giusto reddito dal loro lavoro, per cui ogni movimento del disciplinare è giusto che abbia una giusta valutazione; l’associazione dei Comuni del Moscato ribadisce inoltre che va ricercata una unità del comparto tra i diversi soggetti, per affrontare sempre insieme ogni passo che determina cambiamenti.»

Sorì Eroici..

Immancabile il tema dei “Sorì Eroici” da sempre nelle corde degli amministratori pubblici della zona del Moscato d’Asti. «Il progetto “Sorì Eroici” – assicura l’associazione Comuni del Moscato – continua il suo prezioso cammino dopo il lungo lavoro di allestimento ed è giunto ora al “traguardo” della seconda vendemmia, occasione che ha registrato l’adesione di nuove aziende portando a 15 l’attuale numero delle cantine che hanno deciso di intraprendere questa speciale strada di valorizzazione,  identificando e tutelando i prodotti  delle “vigne verticali”, dove il faticoso lavoro giornaliero degli operatori e il raccolto annuale sono proiettati verso una grande qualità, con dei valori e dei costi che devono essere riconosciuti. È stato soprattutto questo il motivo per cui questo esteso progetto, strutturato nei suoi diversi aspetti, e che sta ormai suscitando un notevole interesse, è stato premiato anche dalla Fondazione CRC, la quale ha voluto riconoscere un contributo finanziario di 10.000 euro; la somma è utilizzata dall’Associazione per affrontare le necessarie e varie spese relative al programma, in particolare per la promozione e la produzione di materiale multimediale, il monitoraggio delle superfici, l’attività di controllo e di tracciabilità, la cartellonistica e l’importante estensione della tutela del marchio a livello internazionale».

SdP

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