Anche il Nizza docg, il vino rosso a base di uve barbera, fa i conti con la fine della vendemmia 2022 e ne traccia un bilancio positivo, in perfetto equilibrio tra la resilienza della vite, che ha saputo rispondere bene alla siccità (un appunto comune a quasi tutte le varietà piemontesi e non solo, infatti lo hanno recentemente evidenziato anche i francesi della Champagne), e le buone pratiche in vigna e in cantina.
Tutto ciò, a detta dei produttori, permetterà di ottenere vini di non troppo elevata alcolicità e un equilibrio perfetto. Quelli del Nizza docg lo dicono a chiare lettere nella nota stampa che pubblichiamo qui di seguito.
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L’annata 2022 si può descrivere con due parole: calda e secca. Queste condizioni climatiche impegnative si sono concretizzate in una vendemmia mediamente anticipata di circa 10/15 giorni per la varietà Barbera nella zona del Nizza DOCG.
Climaticamente l’annata 2022 ricorda molto quella del 2017 con la differenza che quest’anno la vite ha sviluppato un maggior adattamento reagendo con una grande resilienza reputata “sorprendente” dagli stessi produttori.
Il fattore critico è stato la scarsità idrica con una riduzione del 60% della caduta d’acqua rispetto ad un’annata normale: nel dettaglio si parla, nel 2022, di soli 400 mm d’acqua rispetto ad uno standard di 950 mm. Tutto ciò deriva da scarse nevicate invernali, moderate piogge primaverili e da un’estate lunga e siccitosa contrassegnata da rari temporali che fortunatamente non sono stati grandiniferi.
L’esperienza, l’ingegno e la sensibilità dei viticoltori hanno permesso di adottare le giuste pratiche agronomiche nel vigneto per fronteggiare condizioni climatiche impegnative senza intaccare l’equilibrio e la qualità del prodotto. “Il fatto che da disciplinare la resa per ettaro, stabilita a 70 quintali, sia più bassa rispetto alle altre è stato un ulteriore fattore che ha fatto in modo che le viti superassero meglio di altre lo stress idrico. Le vigne del Nizza DOCG hanno dunque saputo reagire molto bene.” commenta Stefano Chiarlo, presidente dell’Associazione Produttori del Nizza.
La scelta di lasciare la vegetazione a proteggere i grappoli dall’insolazione diretta evitando che le bucce venissero danneggiate e consentendo ai grappoli di non disidratarsi, la decisione di ritardare il periodo dei diradamenti e quella di anticipare la vendemmia hanno garantito la perfetta maturazione delle uve preservandone la freschezza, l’integrità e l’equilibrio.
“La strategia attuata si traduce in vini che già oggi svelano grande colore purpureo, morbidezza e struttura, ma sorprendentemente gradazioni alcoliche non esasperate con carattere di equilibrio impensabile.” spiega Stefano Chiarlo. “La vendemmia 2022 sarà quindi ricordata per la “resilienza“ climatica che la vite ha dimostrato e per l’attuazione delle pratiche virtuose che i produttori del Nizza, facendo tesoro delle annate precedenti con condizioni climatiche simili, hanno adottato ottenendo vini di ottima qualità, carattere ed equilibrio.” conclude il presidente.