Erminio Renato Goria (foto) è uno di quegli industriali – è AD della Alplast della Tigliole nell’Astigiano, azienda che produce chiusure per prodotti alimentari e bevande tra cui anche le capsule per le bottiglie di vino – che comunicano senza fronzoli.
Dopo essere stato per anni presidente della Camera di Commercio di Asti, dall’unione con l’ente camerale di Alessandria, oggi, oltre a esserne vicepresidente, è a capo dell’Agenzia Speciale della Camera di Commercio Asti-Alessandria. È questo il braccio operativo che, insieme al consorzio Piemonte Land of Wine che raggruppa tutti i Consorzi vinicoli piemontesi, e a un pool di enti del territorio, organizza la Douja d’Or – chiude i battenti domani 18 settembre – e Festival della Sagre che si è svolto lo scorso weekend.
A Goria abbiamo chiesto un breve bilancio di Sagre e soprattutto un ragionamento sulla Douja.
«Per quanto riguarda le Sagre – dice Goria – confermo il successo che è stato testimoniato dai media e anche direttamente dalle migliaia di persone che ha partecipato all’evento. Le polemiche sul numero delle Pro Loco (sono state 13 invece della quarantina delle passate edizioni a causa di una serie di fattori addotti, tra costi e mancanza di personale volontario ndr) sono state cancellate da un successo evidente, di pubblico e di critica. Spero che il prossimo anno il numero delle Pro Loco crescerà».
Anche sulla Douja d’Or il giudizio di Goria è positivo con alcuni aspetti perfettibili come la partecipazione del mondo del vino a una manifestazione che interessa principalmente proprio a quel settore. «L’azione di Piemonte Land, che rappresenta tutti i Consorzi vinicoli piemontesi, e di alcuni Consorzi direttamente coinvolti, come ad esempio quelli della Barbera d’Asti e dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, deve essere un punto di riferimento per gli operatori del settore enologico. Vorrei ci fosse più partecipazione e intervento diretti. La Douja è un appuntamento popolare, diffuso, che mette a disposizione un luogo, la città di Asti, tra i più evocativi e belli del Piemonte. Cogliere questa occasione per presentare i nostri vini e le nostre realtà vitivinicole, anche a un pubblico più vasto e diversificato, è una priorità. La Douja d’Or di Asti dà questa possibilità ed è un peccato non sfruttarla, magari anche come organizzatori al fianco di Piemonte Land e degli altri Consorzi»
Poi c’è il nodo tempo. Dice Goria: «Questa edizione della Douja, memorabile per il successo che sta ottenendo, per le mostre collaterali allestite, per gli eventi che la stanno animando e, non ultimo, anche per il fatto di essere la prima con modalità da post pandemia, ha bisogno di essere organizzata in più tempo. Lo dico perché da anni, anche come presidente della Camera di Commercio di Asti, sono dentro alla macchina organizzativa. La Douja è una manifestazione molto articolata, quest’anno, alla fine, ci siamo resi conto che ha bisogno di un lavoro più lungo per il suo allestimento. Mi auguro che in futuro si parta per tempo, senza tempi morti».
Infine la questione territorio. Da più parti si parla del progetto di una Douja futura che abbia Asti come punto centrale con eventi che coinvolgano anche le capitali del vino astigine, quelle dove si coltiva l’uva e si fa il vino, come Canelli, Castagnole Lanze, Costigliole d’Asti, Nizza Monferrato, Castagnole Monferrato, Moncalvo, Albugnano, Cocconato.
Erminio Renato Goria si dichiara aperto a questa soluzione e dice: «Ne stiamo parlando con il Comune di Costigliole che a breve ospiterà l’edizione 2022 di un evento legato alla Barbera d’Asti (è Rosso Barbera, in calendario dall’11 al 14 novembre al Castello di Costigliole ndr). Quest’anno potrebbe essere considerato come un’estensione della Douja e su questa scia non escludo che Canelli, per l’Alta Langa, l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti e Nizza per la Barbara d’Asti e il Nizza, e altri centri possano diventare veri spin-off della Douja. La Camera di Commercio è a disposizione di chi proponga progetti e iniziative con le risorse che abbiamo a disposizione».
fi.l.