Vino e futuro. Da ATP Finals ai mercati, da chef Borghese al territorio, Asti Spumante e Moscato d’Asti vivono una stagione positiva. Rivincita o conferma? Intervista a Stefano Ricagno (Consorzio) che dice…


inserito il 23 Novembre 2021

Si sono spenti da qualche giorno i riflettori sulla Nitto ATP Finals di Torino, per chi non lo sapesse ancora si tratta di una delle più importanti manifestazioni di tennis al mondo che, dal 14 al 21 novembre, ha catalizzato l’attenzione di milioni di spettatori e appassionati in tutto il mondo e sono state seguite da TV e media nazionali e internazionali. 

Ora a “palline ferme e racchette abbassate” SdP ha chiesto al Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti, che di quell’evento, per conto della denominazione, è stato sponsor con il logo in bella vista e uno spot con i testimonial chef Alessandro Borghese e il tennista Lorenzo Sonego, di tirare le somme dell’operazione e, magari, raccontare prospettive e futuro di un mondo che sembra avere messo da parte, almeno per ora, divisioni e contrapposizioni, e guardare al futuro con una parvenza di quello che, con un’immagine consunta dall’uso largamente improprio, viene chiama “spirito di squadra”. 

Interlocutore “informato dei fatti” Stefano Ricagno, enologo, produttore vitivinicolo e vicepresidente senior del Consorzio presieduto da Lorenzo Barbero, enologo e manager di parte industriale (Campari) e diretto dall’ormai tosco-piemontese Giacomo Pondini. 

Nell’intervista, il cui video pubblichiamo qui sotto, Ricagno parla dell’evento di Torino, ma anche di molto altro: del mercato italiano che dà segni di recupero, di quelli esteri che vanno affrontati in modo mirato, dagli Usa alla Russia all’area europea; della necessità di un piano di comunicazione e valorizzazione che includa anche la grande risorsa Unesco – l’area vitivinicola piemontese di Langhe-Roero e Monferrato è stata la prima in Italia a diventare sito Unesco e Patrimonio dell’Umanità -; del bisogno di unità nella parte agricola e in tutti gli attori di una filiera che «se agisce insieme fa cose importanti» fino ad affrontare il nodo dei Consorzi vitivinicoli piemontesi che sarebbero ancora lontani da una visione corale del mondo del vino. 

C’è da dire che, questi, non sono temi nuovissimi. Da troppo tempo se ne parla. Ora, che la pandemia, insieme a molti, moltissimi problemi, sembra dare anche qualche opportunità, si dovrebbe passare dalle parole ai fatti. L’invito del vicepresidente del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti docg sembra essere proprio questo. Qualcuno (Istituzioni pubbliche, associazioni di categoria, mondo imprenditoriale) lo raccoglierà? Qualcuno se ne farà, finalmente carico, dando tutto il supporto, a un comparto che appare sempre più banale qualificare come strategico per il Piemonte e per l’Italia? Staremo a vedere. 

Intanto qui c’è la video intervista a Ricagno. Le immagini sono di Vittorio Ubertone.          

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