
Bersano, uno dei marchi vinicoli più prestigiosi e storici
del Piemonte, è passato nella esclusiva proprietà della famiglia Massimelli. La
notizia è stata confermata a SdP da Federica Massimelli, figlia del Commendator
Ugo Massimelli, enologo e imprenditore astigiano di lungo corso che resta
presidente della società vitivinicola con sede di produzione a Nizza
Monferrato, nell’Astigiano.
«Mio padre e l’ingegner Soave
hanno condotto un sodalizio imprenditoriale per oltre sessant’anni, in perfetta
sintonia. Bersano, con altre, era una delle attività condivise. La crescita
delle rispettive famiglie e delle attività ha suggerito la divisione che è
stata attuata in modo del tutto consensuale» ha precisato Federica.
Ma che cosa cambierà ora per l’azienda fondata nel 1907 da Arturo Bersano, una
delle figure più iconiche nel panorama vinicolo del Piemonte e d’Italia?
«Sicuramente vogliamo dare impulso alla produzione con qualche nuova bottiglia
che magari celebri la tradizione dell’azienda e la sua forte propensione al
futuro che deve comprendere anche l’apertura a nuovi mercati» anticipa Federica
Massimelli che sottolinea il legame della Casa nicese con i territori più
vocati del Piemonte vinicolo. Lo testimoniano i numeri: 230 ettari di vigneti
di proprietà sparsi tra le Langhe che contano – con una decina di ettari di
nebbiolo da Barolo in quel di Serralunga d’Alba (Cuneo) – l’Astigiano (Nizza
Monferrato ma anche il Nord Astigiano) e al Monferrato patrie di Barbera d’Asti
docg e di Nizza docg insieme al Grignolino e al Ruché (dieci tenute in tutto)
con appezzamenti dove si coltivano molti dei vigneti “mito” del Piemonte:
barbera, moscato, ruché, grignolino, senza dimenticare il brachetto, il vitigno
amatissimo da Arturo Bersano di cui fu assoluto nume tutelare e, in tempi non
facili, promotore appassionato di quel Brachetto d’Acqui docg che conobbe fasti
enologici senza pari e che oggi, dopo tante, troppe difficoltà, sembra
riacquistare appeal e soprattutto, vendite.
«Da quando la Bersano fu acquistata da mio padre e dai suoi soci nel 1985, è
stato sempre un nostro punto d’onore investire nella cura delle vigne nel segno
della filosofia agro-imprenditoriale di Arturo Bersano, con attenzione al
paesaggio, all’ambiente alle produzioni di qualità assoluta» assicura Federica
Massimelli. In questo senso parla chiaro la produzione firmata Bersano
indissolubilmente legata a vini del territorio. Non a caso uno degli slogan
aziendali è “Terre, Uomini e Tradizione” a cui, oggi, necessita aggiungere il
genere femminile dato che in Bersano, oltre alla “front-woman” Federica, sono
coinvolte, in un modo o nell’altro, anche le altre tre sorelle Massimelli:
Fulvia, Orietta e Paola. Una squadra “in rosa” con papà Ugo come “capitano”
(«lui ha sempre l’ultima parola») che promette di condurre la Bersano verso
nuove sfide che non sono poche. Annota Federica: «La crisi dovuta al Covid ha
depresso alcuni canali di distribuzione come i ristoranti e le enoteche che
oggi stanno riprendendosi non senza fatica. Inoltre alcuni mercati esteri, ad
esempio gli USA, sono off limits per i nostri “commerciali” con le frontiere
ancora chiuse. Certo la nostra linea dedicata alla GDO (la Grande Distribuzione
Organizzata, cioè i supermercati ndr) va molto bene, ma dobbiamo e vogliamo
potenziare anche la nostra presenza nell’HORECA (ristoranti, locali e enoteche)
e all’estero dove va il 50% della nostra produzione».
Oltre a vini Bersano è anche cultura e tradizioni gastronomiche sempre legati al
territorio. E così, mentre parla di tenute e vigneti, di mercati e bottiglie,
insomma del presente e del futuro della Casa vinicola nicese, Federica
Massimelli rievoca il passato di un’azienda che ha, al suo interno, un
fenomenale e unico Museo delle Contadinerie con un’eccezionale raccolta di
strumenti agricoli, alcuni risalenti addirittura a sette secoli fa, e un
monumentale carteggio storico tra cui spicca una lettera firmata da Napoleone
Bonaparte. Il museo è visitabile su prenotazione e secondo le regole anti
Covid. I Massimelli ne vogliono potenziare le attività culturali e didattiche
insieme alla ripresa delle iniziative legate alla Confraternita della Bagna
Cauda, nata nel 1964 da un’idea di Arturo Bersano e che negli anni è diventata,
ben prima di tante altre iniziative più recenti legate al piatto tipico della
cucina rurale piemontese, uno degli appuntamenti più ambiti e ricercati in
Piemonte. Accanto all’appuntamento conviale dedicato alla Bagna Cauda, Arturo
Bersano istituisce il Premio Paisan Vignaiolo con cui saranno insigniti tra i
maggiori uomini e donne della cultura italiana.
Racconta Federica: «Alla monumentale Bagna Cauda della Confraternita, allestita proprio qui in Bersano, abbiamo avuto l’onore di ospitare personaggi del mondo del mondo della cultura e dell’arte oltre ai rappresentanti delle Istituzioni nazionali e locali e di tutti gli ambiti sociali. Partecipavano in molti e con grande entusiasmo. Siamo arrivati anche a 700 commensali contemporaneamente. Da qualche anno non è stato più possibile organizzarla, ma confido di riuscire a ripristinare questa tradizione che non è solo promozione dei nostri vini e della nostra filosofia aziendale, ma anche tutela delle tradizioni conviviali e gastronomiche della nostra zona. Perché questa azienda – aggiunge Federica Massimelli – è stata, è e resterà una realtà che, oggi più che mai, si propone come punto di unione tra le terre del vino, le sue tradizioni e gli uomini e le donne che le hanno fatti così grandi da essere, prime tra le aree vitivinicole di pregio d’Italia, dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Un primato che va difeso e valorizzato. Noi, come Bersano, faremo la nostra parte».