Oltre alla docg sembra che il momento favorevole per il Brachetto faccia “volare” anche la tipologia Piemonte Brachetto doc che è tutelata dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato (presidente Filippo Mobrici) mentre la docg è in capo al Consorzio Vini d’Acqui guidato da Paolo Ricagno.
Per il Piemonte Brachetto doc, infatti, secondo i dati forniti dal Consorzio, si è registrato un aumento dell’imbottigliato, al 30 giugno 2021, pari a un +25%. Un dato che ha convinto alla «riformulazione dei parametri produttivi già applicabili alla vendemmia 2021» e cioè: per la vendemmia che si avvierà tra poche settimane le rese delle uve Brachetto Piemonte doc passeranno da 43 a 65 quintali/ettaro, sia per la versione tappo raso sia per gli spumanti. Come per la docg è previsto uno stoccaggio pari a 25 quintali/ettaro e valido fino al 31 gennaio 2022, dopo quella data il comparto dovrà decidere la sua destinazione dello stoccaggio secondo le indicazione che arriveranno dal mercato. «Si ritorna così a operare con le rese definite nel disciplinare di produzione, fino a 90 quintali/ettaro complessivi» è il commento che arriva dal Consorzio.
Infine l’annotazione di Filippo Mobrici che sull’aumento delle rese e sullo stoccaggio spiega: «È una decisione che abbiamo condotto e assunto in autonomia, ma lavorando in continua collaborazione con il Consorzio del Brachetto d’Acqui Docg. Si tratta di un risultato molto positivo, un tentativo di offrire a imprese e viticoltori una disponibilità maggiore di offerta. Ora guardiamo ai numeri con fiducia, sicuri che questa tipologia possa guadagnare sempre nuovi riscontri».
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