Ieri, dopo la gelata della notte tra il 7 e l’8 aprile con le temperature che, in molte aree coltivate a frutta, verdura e vigna del Piemonte, erano arrivate anche sotto lo zero, c’erano stati gli interventi di Regione Piemonte e alcune associazioni agricole di categoria che avevano evidenziato situazioni drammatiche con danni ingenti alla colture, vigne comprese. Ta l’ipotesi anche quella della richiesta dello stato di Calamità per le colture piemontesi.
Oggi, però, il Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani, parla di danni contenuti da gelo nelle zone di sua competenza. Ecco la nota ufficiale del Consorzio presieduto dal produttore Matteo Ascheri.
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In relazione all’abbassamento delle temperature verificatosi nella notte tra il 7 e l’8 aprile, dovuto all’arrivo di correnti di aria fredda provenienti dal nord Europa che hanno causato alcuni fenomeni di “gelate nere”, si puntualizza che:
-le varietà con germogliamento tardivo non hanno subito alcun danno;
-per quanto riguarda il nebbiolo, che tra le varietà è quella più precoce, la situazione è eterogenea in quanto sono stati segnalati danni al momento difficilmente quantificabili vista la fase fenologica che in buona parte dei vigneti risulta irregolare. Pertanto sulla stessa pianta si possono riscontrare danni solo su alcuni germogli mentre su altri la situazione è normale;
-i vigneti maggiormente interessati sono stati quelli ad altitudine media, dove lo sviluppo dei germogli è già di qualche centimetro, mentre per i vigneti meglio esposti e siti nell’area più interna della zona di produzione i danni sono molto limitati;
In generale comunque parrebbe trattarsi di danni significativi solo per alcuni vigneti, ma si tratta di fenomeni circoscritti e non in alcun modo estendibili a tutta l’area di produzione. La situazione attuale è quindi sostanzialmente diversa da quella del 2017, dove fenomeni simili si erano verificati due settimane più tardi nel mese di aprile, interessando anche le sommità delle colline e i fondivalle.
Riteniamo pertanto, alla luce di primi sopralluoghi effettuati, che non ci siano elementi per creare allarmismi e che possano far presagire delle drastiche riduzioni sulla produzione dell’annata, che è appena iniziata.