Brachetto, si tratta ancora. Sacchetto (Regione): «Serve convergenza». Martedì si decide per il Moscato

inserito il 30 Agosto 2010

Non c’è pace sul fronte dei vini dolci. In vista della vendemmia sono ancora da chiudere le trattative sulle uve brachetto e moscato. I nodi da sciogliere restano quelli di sempre : rese e prezzi ad ettaro. L’assessore regionale all’Agricoltura, Claudio Sacchetto, ha confermato a Sdp le voci, circolate nello scorso fine settimana, secondo le quali la Regione avrebbe riaperto le trattative sulle uve brachetto.

Per comprendere, però, bisogna fare un passo indietro.

Mercoledì scorso, a Torino, case vinicole e cantine sociali avevano siglato un patto senza l’ok di Assobrachetto (circa 400 viticoltori) e sindacati agricoli.

Il presidente di Assobrachetto, Pierluigi Botto, aveva parlato apertamente di delusione e il segretario dell’associazione, Celeste Malerba, in una lettera inviata a Sdp, di «calice amaro».

Botto aveva anche inviato una lettera a Sacchetto, nella quale esprimeva, con toni inequivocabili, l’insoddisfazione dei contadini per un accordo unilaterale che non prendeva in considerazione le istanze del mondo agricolo.

Ed ecco che domenica sera, intervenuto ad una festa della Lega Nord a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, intervistato da Sdp, l’assessore Sacchetto ha detto: «Confermo che verranno riaperte le trattative su rese e prezzi delle uve brachetto. Non c’è stata convergenza della filiera, perciò si deve tornare a discutere e trovare punti di contatto».

Atteggiamento di mediazione ad oltranza che l’assessore intende mettere in pratica ache per risolvere la difficile trattativa sul moscato.

Dopo l’ultima riunione, la scorsa settimana, le posizioni di case spumantiere e viticoltori apparivano ancora distanti.

Il nodo da sciogliere sarebbe il prezzo con i contadini che, con Assomoscato (2200 iscritti), vuole il prezzo al miriagrammo, oggi a 9,65 euro, aumentato dell’indice Istat (circa il 3%), e le case vinicole che respingono al mittente la richiesta.

«Anche in questo caso – ha detto a Sdp l’assessore Sacchetto – serve misura e ragionevolezza. La Regione terrà fede al suo ruolo di arbitro tra le parti che devono arrivare ad un’intesa. ma voglio ricordare a tutti che è vitale che l’accordo venga salvato perché tutela il mondo contadino e nello stesso tempo garantisce le industrie».

E sulla protesta dei viticoltori che il 2 settembre ad Asti porteranno in piazza la crisi dei vini rossi, Sacchetto è categorico: «Ingeneroso dire che non ci siamo mossi. La Regione sta operando al massimo e farà quanto in suo potere e anche di più per arrivare a soluzioni»

Insomma sfide difficili attendono il giovane neo assessore. La prima già domani, martedì 31 agosto, con l’ennesima riunione della commissione paritetica del moscato.

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

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