La sapete quella della gallina che non cantava quando faceva le uova e a cui la moglie del fattore tirò il collo perché pensava che non facesse le uova? Beh è esattamente il contrario di quello che stanno tentando di fare i Consorzi di Tutela vitivinicoli piemontese a quali tutto si può dire in questo momento tranne che essere immobili perché di eventi ne stanno realizzando e non pochi.
È il caso del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg che, insieme all’ente tutela del Brachetto d’Acqui, ha messo in pista incoming, cioè un tour di accoglienza, sia per i giornalisti italiani sia per i blogger e gli operatori dei media internazionali.
Di questa ultima iniziativa, quella cioè di un press tour riservato a canali di comunicazione stranieri, dà conto la nota stampa del Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg che pubblichiamo qui insieme a una galleria di immagini. Buona lettura e buona visione.
Si conclude in questi giorni l’Anteprima 2019 (dal 3 al 7 dicembre) con la visita di 23 professionisti del vino tra giornalisti, blogger, operatori della ristorazione ed un Master of Wine. I partecipanti provengono da 9 paesi: Danimarca, Polonia, Germania, UK, Giappone, Australia, Messico, Usa e Canada, mercati fondamentali per la Denominazione.
L’incoming organizzato dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti Docg in collaborazione con la IEM di Giancarlo Voglino e Marina Nedic, è voluto per approfondire la conoscenza della denominazione. Per completare il percorso degli aromatici è stato coinvolto anche il Consorzio tutela Brachetto d’Acqui Docg.
Un’attenzione da parte del Consorzio verso l’estero giustificata dai dati della Denominazione che ne indicano una chiara propensione all’export. Oltre l’85% delle 87 milioni di bottiglie di Asti e Moscato d’Asti Docg prodotte sono infatti collocate sui mercati internazionali.
L’Asti docg Dolce è esportato, prevalentemente sul mercato europeo, con in testa Russia (21%), Germania (13%) e Stati Uniti (10%). Le 34 milioni di bottiglie di Moscato d’Asti sono invece richieste soprattutto negli USA, che da soli assorbono il 66% del prodotto, seguiti da Italia (11%) e Corea del Sud (5%). L’Asti docg Secco, ad oggi prodotto in circa 2 milioni di bottiglie, oltre che in Italia (58%) è consumato anche in Giappone (16%) e Corea del Sud (5%).
Dopo una visita alla splendida mostra ‘Monet e gli impressionisti’, in corso di svolgimento a Palazzo Mazzetti ad Asti, sarà la volta delle specialità preparate dallo chef stellato Walter Ferretto. Oggi (mercoledì) c’è stata una masterclass ‘Asti Docg e Moscato d’Asti Docg experience’ guidata da Guido Bezzo, responsabile tecnico del laboratorio consortile, Daniele Eberle, agronomo del Consorzio e Mauro Carosso, Delegato AIS di Torino. Nel pomeriggio gli assaggi ospiti le aziende produttrici.
In programma anche una visita alle celebri cattedrali sotterranee di Canelli, riconosciute nel 2014 Patrimonio Unesco. E giovedì l’attenzione si sposterà su Acqui Terme e sul suo vino simbolo, il Brachetto d’Acqui Docg. Dopo il trasferimento nella caratteristica cittadina del sud Piemonte il gruppo prenderà parte alla ‘Brachetto Docg experience’. Qui scopriranno il meraviglioso mondo del Brachetto, dei suoi vini e del suo territorio, simboleggiato dalla ‘Bollente’, una sorgente di acqua calda termale nel centro della città. Nel pomeriggio una degustazione in anteprima della grande vendemmia 2019 chiuderà il programma di questo incoming incentrato sui vini e sul terroir di due Denominazioni testimonial del Piemonte nel mondo.