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Prima volta di un piemontese. Scanavino vicepresidente nazionale Cia. «Reddito agricolo e semplificazione le priorità»

«I problemi sono il reddito delle imprese agricole e l’attenzione dei governi verso il comparto rurale. Su questo lavorerò alla direzione nazionale della Cia». Chi parla è Dino Scanavino, 49 anni, da pochi giorni eletto vicepresidente nazionale della Confederazione italiana degli agricoltori. Scanavino, primo piemontese nella posizione di vertice dell’organizzazione professionale, ha alle spalle una lunga militanza nel sindacato agricolo insieme ad esperienze di peso in ambito amministrativo e politico.

Il neo vicepresidente ha concesso un’intervista a Sdp nella quale precisa il suo programma.

«Bisogna ricordare prima di tutto – ha detto – che dietro alla filiera, ai settori agricoli, alle lotte e alle rivendicazioni, ci sono famiglie di agricoltori che hanno investito la propria vita in imprese che vanno aiutate, non solo attraverso risorse materiali, ma anche con agevolazioni che snelliscano la burocrazia, un fisco più leggero che aiuti a superare le difficoltà di una crisi economica che sta colpendo duro l’agricoltura italiana, servizi di controllo utili e non onerosi».

Scanavino, che è produttore vinicolo con vigneti a Calamandrana, piccolo centro rurale del Sud Astigiano, parla della crisi del vino, «se ci sono dei segnali di ripresa sono contento, ma io fino ad ora non li ho visti così eclatanti»; e commenta lo stato del Piano dei Controlli sul vino che ultimamente ha suscitato discussioni e polemiche. «Sono favorevole ai controlli che sono espressione della politica comunitaria – ha detto Scanavino -. Tuttavia – ha aggiunto – auspico che ci sia una sempre maggiore pluralità di enti terzi deputati ad applicare controlli e certificazioni. Un monopolio sarebbe una iattura».

Dichiarazioni che saranno commentate nel convegno, in programma alle 17,30 di oggi, 10 luglio, a Neviglie, nel Cuneese, nell’ambito di GoodWine rassegna di vini e territorio.

Infine una battuta sull’accordo interprofessionale del moscato in discussione, in questi giorni, da parte della commissione paritetica a cui partecipano, oltre Regione e Consorzio di tutela dell’Asti, anche case spumantiere, produttori vitivinicoli, vignaioli, cantine sociali, vinificatori, organizzazioni di categoria e Assomoscato. «Siamo a ridosso della vendemmia e ancora non si è deciso nulla. In mancanza di un’intesa per la racconta 2010 – ha detto a Sdp Scanavino – si applicherà l’accordo triennale che prevede una resa di uve moscato per docg a 85 quintali/ettaro e la conferma del prezzo dei grappoli del 2009 che è di poco inferiore all’euro al chilogrammo»

Sdp

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