Un sabato sera a degustare Barbera. Non sembri una battuta “gaberiana”. In questo periodo, e da qualche anno, in Piemonte è tutto un fiorire di eventi e manifestazioni legati alla “rossa” piemontese più venduta, esportata e brindata al mondo, quella Barbera d’Asti che, dopo decenni di desolante denigrazione, sta vivendo una primavera continua a colpi di progetti di valorizzazione e promozione.
L’ultimo evento al quale ha partecipato SdP appunto sabato sera a Montegrosso d’Asti, paese sullo stradone che collega Asti al Sud Astigiano e a Nizza Monferrato, patria della Barbera astigiana e monferrina e di quel Nizza docg, selezione di queste uve, che in questo periodo attraversa qualche bufera burocratica in ambito Ue di cui parliamo su questo blog.
Tra gli organizzatori di un evento che ha raccolto un centinaio di partecipanti tra degustatori professionisti e appassionati, il Comune con il sindaco Marco Curto («Questa iniziativa è la dimostrazione che crediamo nei vini del nostro territorio, come istituzione e amministrazione») e il Consorzio della Barbera d’Asti e dei vini del Monferrato con il presidente Filippo Mobrici.
Tra i partner, i testimonal tecnici e gli invitati Massimo Fiorio, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, l’assessore regionale alle Politiche agricole, Giorgio Ferrero, il presidente della comunità di Comuni, “Tra Langa e Monferrato”, Giovanni Borriero, Vincenzo Gerbi, docente di enologia all’Università di Torino, il giornalista e sommelier Paolo Massobrio che è anche critico gastronomico e attivo in varie iniziative editoriali tra cui il sito www.ilgolosario.it di cui è direttore, il sommelier Ais Asti, Paolo Poncino. Insomma un giusto mix di politica pubblica, comunicazione, enosapienza e governance del vino che dimostra quando il vento sia cambiato in Piemonte in tema di supporto del settore vinicolo. Almeno per quanto attiene alla promozione.
Sta di fatto che alla manifestazione di Montegrosso, con Barbere del territorio in degustazione guidata, si sono iscritti in cento. Non male.
Tuttavia la domanda è sorta spontanea: con tutto questo parlare di Barbera d’Asti non c’è il rischio di un sovraesposizione mediatica della “rossa”?
Paolo Massobrio è categorico: «Assolutamente no. Anzi si deve parlare sempre di più di Barbera d’Asti e delle altre tipologie piemontesi perché è un vino eccezionale e versatile che non ha ancora espresso tutte le sue enormi potenzialità. Può sembrare scontato dirlo ma della Barbera si deve ancora raccontare tanto e raccontarla a chi ancora non la conosce, in Italia e nel mondo, e sono tanti. Il pallino ce l’hanno in mano anche i produttori che devono prendere consapevolezza del valore del vino che producono. Ed eventi come questo di Montegrosso aiutano»
Filippo Mobrici è d’accordo: «Noi come Consorzio siamo perfettamente in linea con quetso spirito di tutela, promozione e valorizzazione. Oggi la Barbera d’Asti, insieme ad altri grandi vini del Monferrato, rappresenta una occasione da non perdere. C’è ancora tanto lavoro da fare, certo. Noi siamo a disposizione».
SdP