Basta fare i gradassi, basta scimmiottare gli altri. È ora di riprendersi quella “normalità sabauda” che serve per comunicare al meglio un concetto semplice semplice: il Piemonte è leader nella produzione di vini eccellenti, ha storia, capacità. uomini e donne, paesaggio, intelligenze, strumenti e umiltà per emergere su tutti e su tutti.
Quindi, per favore, basta nani e ballerine. Il servizio di Linea Verde, andato in onda oggi, domenica 30 ottobre, su RaiUno, dalle 12,20 in là, è stato un perfetto connubio di semplicità ed efficacia di comunicazione. Punto. L’iniziativa è stata coordinata dal superconsorzio Piemonte Lande of Perfection (Plop) che questa volta l’ha azzeccata.
Il presidente Giorgio Bosticco è sembrato persino a suo agio, intervistato dal solito Patrizio Roversi. E dietro di lui c’erano presidenti e rappresentanti di tutti i Consorzi vinicoli piemontesi. Un segnale, prima che una passerella. Ma opportunità a parte Plop e Consorzi vinicoli hanno fatto bene ad affidare a Lina Verde lo “spottone” sui Paesaggi Vitivinicoli Piemontesi di Langhe-Roero e Monferrato che dal 2014 sono Patrimonio Unesco.
E anche gli intervistati: dai “grandi vecchi” Giacomo Oddero, Michele Chiarlo e Giuliano Noè alle medie e nuove leve, se la son cavata bene. Brava la canellese Annalisa Conti a spiegare le Cattedrali Sotterranee di Canelli da cui, con buona pace degli albesi, è partita la candidatura Unesco. Bravo Giorgio Rivetti, castagnolese e patron della Contratto, a presentare il Metodo Classico che solo qualche settimana fa è stato al centro di un convegno proprio a Canelli.
Bravi quelli del Barolo e del Barbaresco a non far troppo le prime donne (che poi si diventa antipatici). Bravi quelli del Roero a valorizzare le loro terre polverose che danno vini straordinari. Viva il giro in Langa Astigiana per presentare la “perla” casearia della Robiola di Roccaverano dop con le parole del presidente casaro del Consorzio di tutela, Fabrizio Garbarino, e viva l’educational sul tartufo bianco di Alba (o del Monferrato non importa, sempre Piemonte è).
E bene, anzi benissimo, il breve “volo d’uccello” di Daniela Fenolla in elicottero sul vigneto Piemonte per citare tutte le eno-eccellenze dalla Barbera al Brachetto, dal Moscato al Nebbiolo, dal Gavi all’Arneis. E peccato per le inevitabili polemiche (che speriamo restino tali) di chi si è sentito escluso e scalpita e magari critica: ci sta, e nessuno trascenda perché il diritto di critica è sacrosanto ed è motivato solo dall’amore, dal vero amore per una terra, il Piemonte, che da troppo si è autorelegata a un ruolo comprimario.
Ora è tempo di riprendersi. La strada è tracciata. Parliamo agli stranieri, certo, ma soprattutto raccontiamo il Piemonte agli italiani che ne hanno quanto mai bisogno in queste ore buie di incertezza generalizzata, dalla politica alla terra che trema un po’ dappertutto se non è invasa da acque melmose, come lo sono state le province piemontesi qalcuni anni fa. È ora di rialzare la testa. Di ritrovare quell’orgoglio che si è visto a Linea Verde: breve, conciso, limpido, efficae. Niente effetti speciali, please, ma solo la verità e la realtà della terra, della fatica, della vigna. Il resto, davvero, è solo inutile noia.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Altre immagini delle riprese di Linea Verde qui.