
Prima di tutto l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, chiarisce la sua posizione e quella della Regione in merito alle trattative sul Moscato per la vendemmia 2016: «La Regione deve essere mediatrice. Lo abbiamo fatto nelle prime due riunioni. Poi, verificata l’unità della parte agricola e al momento di parlare di rese e prezzi consigliati, la mia presenza e quella dell’ente regionale francamente sarebbe stata inopportuna. Son cose che devono discutere le parti, come è stato fatto e bene. Naturalmente avevo dato ulteriore disponibilità a mediare se le posizioni fossero rimaste distanti. Così non è stato e per fortuna è prevalso il buon senso». Poi il discorso si sposta sulla decurtazione del reddito agricolo. «È spiacevole, ma va vista in prospettiva. Credo che si debba lavorare sul prossimo anno e su quello dopo ancora. La programmazione deve essere la base su cui operare per l’unità della filiera e il rilancio dell’Asti». Parole già dette un miliardo di volte a cui, però, Ferrero crede fermamente indicando, forse per renderle un po’ meno trite, alcune linee guida operative da attuare in tempi brevi, anzi brevissimi: «Il rilancio dell’Asti docg è la priorità – dice e aggiunge-. Poi c’è il consolidamento e lo sviluppo del Moscato d’Asti docg nei mercati già assodati e in altri ancora da conquistare». Infine cita la questione della tipologia non dolce: «Le aziende ci credono – annota -. Bisogna vedere come risponderà il mercato – avverte -. Sono certo che con una strategia di marketing accorta si possa arrivare a ottimi risultati, persino in grado di “bonificare” i guai del comparto. In fondo – sottolinea – non dobbiamo dimenticare che il Piemonte è la culla dell’enologia di qualità. Qui sono nate le prime bollicine d’Italia. Facciamno tesoro di questo orgoglio e di questa leadership che nessuno mette in discussione». Chiaro il messaggio?
F.L.
Le parole sopravvivono solo se accompagnate da un gesto, altrimenti muoiono assieme alla credibilita di chi le ha pronunciate.
A casa mia quando uno si prende una responsabilita che vada bene o male e lui a prenderne il positivo o il negativo. A riguardo dello sblocco degli 8 quintali di 2 anni fa qualcuno aveva detto che si prendeva la responsabilita di sbloccarli. Ora pero chi paga quella scelta siamo noi Agricoltori. A buon intenditor…..