Il Dolcetto di Diano d’Alba conquista la docg. Lo annuncia il Consorzio di tulela dei vini Barolo, Barbaresco, Alba Langhe e Roero presieduto da Claudio Rosso.
La doc Dolcetto di Diano D’alba ha aggiunto la “g”, con l’approvazione all’unanimità del Comitato Vitivinicolo Nazionale il 27 gennaio scorso.
Secondo quanto indicato dalla Regione Piemonte la docg “Dolcetto di Diano d’Alba” o “Diano d’Alba” ha attualmente un superficie di circa 300 ettari con una produzione “rivendicata”, cioè indicata ufficialmente come Dolcetto di Diano d’Alba, di circa 8000 ettolitri e interessa il territorio del Comune di Diano.
Con quest’ultimo riconoscimento il Piemonte porta a 15 i vini che si fregiano della docg, mentre sono 46 quelli a doc.
Dopo le menzioni geografiche (srta di cru) inserite nella modifica della docg Barolo e Barbaresco, anche per questa denominazione sono previste nel disciplinare di produzione le “menzioni geografiche aggiuntive” (ai sensi del D.M. 22 aprile 1992). Le uve per le quali si rivendica la “menzione geografica aggiuntiva” devono, perciò, essere prodotte esclusivamente «da vigneti ricadenti nella zona dalla quale prendono il nome».
Le menzioni geografiche del Diano saranno indicate in etichetta come “Sorì ”, termine che in dialetto piemontese indica i vigneti più soleggiati presenti sul territorio del Comune di Diano d’Alba. «Lo studio, iniziato nel 1985 – è stato precisato ieri dall’assessorato regionale all’Agricoltura -, trova in questo riconoscimento di un’ulteriore definizione della piramide qualitativa che valorizza il legame fra prodotto e territorio».