Vino. Dal Paradosso francese a quello britannico. Per i medici Uk un bicchiere di rosso fa male alla salute. Sempre. Sarà vero?

inserito il 8 Gennaio 2016

sunÈ stato un collaboratore di SdP, in viaggio nel Regno Unito a inviarci, ieri, la prima foto di quello che pensavamo fosse una bufala. Il titolo a tutta pagina del Sun, uno de tabloid popolari più letti in Gran Bretagna, “strillava” la notizia secondo la quale una ricerca medica demolirebbe (il condizionale è d’obbligo dopo le gaffe mediatiche dell’allarme dell’Oms sulla carne rossa) le convinzioni sui benefici del consumo moderato di vino.

Secondo le anticipazioni dei media inglesi (con il Sun hanno scritto su questo anche Indipendent, Metro, The Drink Business, The Telegraph,DailyMail) un bicchiere di rosso non sarebbe né una panacea (chi l’ha mai detto?) né salutare e le regole del consumo di alcol andrebbero riscritte. Con buona pace di chi, in Italia, anche a livello medico, ha indicato i benefici del resveratrolo, l’alcol benefico presente soprattutto nel vino rosso, che terrebbe pulite le coronarie e che è alla base del cosiddetto parodosso francese, il fenomeno, cioè, misurato per la prima volta appunto in Francia, secondo il quale nonostante i cugini d’Oltralpe abbiano una “pericolosa” dieta a base di carni e proteine animali (burro su tutto) avrebbero una bassa incidenza, comunque inferiore a quella ci i medici si attenderebbero, di malattie cardiocircolatorie. Tutto dovuto, secondo il teorema del “paradoxe”, proprio al consumo “robusto” di vino rosso da parte dei francesi.

DAMESALLYDAVIES_2463582bMa che cosa dice esattamente il rapporto dei medici Uk che “incrimina” il vino rosso? Difficile reperire notizie di prima mano. Il rapporto, che secondo i media d’Oltremanica, sarà presentato oggi, non sembra essere presente ancora sul web. In rete ci sono solo news dei media britannici che hanno “sparato” la notizia anche in prima pagina. Roba da Paese che non produce vini rossi. Ovviamente. Di certo si sa che a firmare il rapporto è il medico Sally Davies, una con un curriculum imponente (leggi qui) che lavora per il Chief Medical Officer, sorta di osservatorio per la Salute pubblica della Gran Bretagna. Il documento, sempre secondo le indiscrezioni giornalistiche, indicherà ai medici britannici nuove linee guida sul consumo di alcol: non esisterebbero più differenze di genere, uomini e donne sarebbero esposti in egual misura ai danni da alcol, e, sembra, sia consigliato di astenersi dal bere per almeno due giorni a settimana per consentire al fegato di rigenerarsi. Insomma un mondo di quasi astemi.

In attesa di potere leggere il rapporto del CMO, con, speriamo, qualche precisazione illuminante, ci siano consentite alcune riflessioni: Paesi avvezzi ad abusi alimentari periodicamente lanciano allarmi e campagne che tendono a colpire indiscriminatamente i prodotti al centro degli abusi: carne, alcol su tutti, non facendo distinzioni tra modiche quantità e abuso, tra superalcolici e vino, tra carni tracciate e non, da animali allevati naturalmente e non, trattati con additivi e non, tra consumo modico e non, tra diete bilanciate e non. Insomma si fa di tutte le erbe un fascio, causando danni enormi a filiere alimentari che sono, spesso, strategiche per Paesi che di questi abusi alimentari non soffrono.

Specifichiamo: in Uk e Usa si fa un consumo smodato di carne e salumi, spesso di medio bassa qualità, dalla colazione alla cena. Non così in Italia o in altri Paesi del Mediterraneo. Eppure quando si è parlato dell’allarme Oms sul pericoloso legame carne-cancro nessun distinguo è stato fatto in merito alle diete e abitudini nazionali o alla qualità di carni e salumi. Fanno male tout court. Analogo sembra lo stile di questo rapporto sul vino rosso. Fa male anche un solo bicchiere. A quando un rapporto sul pudding o sul tè?

Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. giovanni bosco 8 Gennaio 2016 at 19:01 -

    Mio padre è mancato a 95 anni, se si mettessero in fila le damigiane di vino rosso che ha bevuto nella sua vita si andrebbe da Santo Stefano Belbo ad Asti, mai avuto bisogno dell’ospedale se non verso i 90 anni. Se non avesse bevuto tutto questo vino fino a che età sarebbe vissuto? Ma poi senza vino che vita sarebbe stata?

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