L’inconsistente leggerezza delle guide

inserito il 7 Gennaio 2009

moscato cibo019

Ci voleva un ex manager della Shell per avere la conferma che le guide ai ristoranti, Michelin in testa, sono riferimenti da prendere con le molle. Lo scrive questa mattina il Giornale che racconta la storia dell’ex dirigente petrolifero il quale, con i portafoglio gonfio di una dorata (e di certo sudata) buonuscita, si dà alla certificazione di locali stellati e non in giro per il mondo. Stende, infine, tutto sul suo sito personale e a gratis offre consulenze e indicazioni su chef blasonati e no. E questo basta per farne un eroe dei fornelli? Un paladino dei poveri clienti presi sempre per i fondelli dai guidaioli di professione? Secondo noi no. Per vari motivi. Intanto perché anche le guide vanno trattate con spirito critico. Chi fornisce giudizi su un vino o su un piatto pratica il suo punto di vista, anche se, c’è da augurarsi, partendo da un bagaglio di esperienze personali e professionali più solido di chi scorre i suoi consigli. E poi perché non siamo così convinti che l’aver pranzato e cenato nei locali di mezzo mondo dia la patente di esperto di buona tavola. Semmai di goloso fortunato. Infine un consiglio: i ristoranti potete sceglierli anche affidandovi ad una guida, ma alla fine è il gusto personale a dettare una personalissima lista dei “migliori”.

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