Cantine. Vinchio & Vaglio raccoglie le sfide Unesco e Expo: «Vino, agro-eccellenze e turismo. Così si affronta il futuro»

inserito il 9 Dicembre 2014

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Un centro vendita che diventa anche ristorante e agenzia di incoming per favorire il turismo nella zona Unesco dei paesaggi vitivinicoli piemontesi, una responsabile vendite estero francese (alla faccia di chi dice che i cugini ci snobbano), un volume d’affari che ha superato i 10 milioni di euro, mercato nazionale stabile (non è poco in tempi di crisi) e mercati stranieri in evoluzione.La Cantina sociale di Vinchio e Vaglio ha raccolto e vinto più di uan sfida in questi anni.

Lo hanno ricordano qualche giorno fa, testimonial d’eccezione il presidente della Provincia di Asti, Fabrizio Brignolo che è anche il sindaco della città di Alfieri, i vertici dell’enopolio astigiano: Lorenzo Giordano, presidente, Ernestino Laiolo, direttore e Giuliano Noè, enologo e “papà” di tanti vini.

La sfida ai tempi dell’Expo di Milano e dell’Unesco parte dal centro vendita, uno shop che da “spaccio” è diventato boutique e ora si appresta a trasformarsi in ristorante/degustativo («daremo un piatto della tradizione a chi si ferma a degustare i nostri vini»). Una tavola bella lunga visto che dalla Canina di regione San Pancrazia ogni anno transitano più di 30 mila enoturisti.

Eppoi c’è la questione dell’incoming, tradotto “apriamo le porte ai visitatori”.  Dice Giordano: «L’idea è quella di mettere il territorio a disposizione dei nostri clienti in una sinergia vincente di vino, prodotti tipici, cibo e paesaggio». La cantina che diventa agenzia turistica, con la complicità di di ristoranti, hotel, agriturismo e artigiani del gusto.

Inaugurazione del nuovo punto vendita, il 20 dicembre. Tra i vini anche i prodtti tipici di alcuni soci: l’olio di nocciole di Renato Gallesio da Vaglio Serra, ma anche formaggi, lumache e in primavera frutta e verdura.

Poi ci sono i numeri: fatturato quasi da 10 milioni di euro (7 sul mercato italiano e 3 all’estero), il bag-in-box che cresce (più di 300 mila scatole per 17 mila ettolitri) il vino in bottiglia che veleggia ad oltre 1,6 milioni di pezzi l’anno, e la “benedetta” Barbera che fila come un trento e permette di pagare le uve dei soci tra i 7 e gli 8 euro al miriagrammo “moscateggiando” un po’.

Poi c’è Tessa Donnadieu, giovane signora francese, ma astigiana «per amore», già in forza in una Cantina del Cuneese e da quattro mesi è responsabile del commercio estero, +30% nell’ultimo anno, che tocca tutti i continenti, Oceania compresa.

E che a fare da ambasciatrice del vino piemontese e italiano e a vendere la Barbera di Vinchio e Vaglio sia una donna e per di più francese non può che essere una buona notizia.

SdP

Le interviste

 

1 Commento Aggiungi un tuo commento.

  1. Adriano Salvi 10 Dicembre 2014 at 09:58 -

    COMPLIMENTI Non mi stupisce affatto e ne sono molto lieto, la crescita costante di questa Cantina sotto tutti i punti di vista diventando un plo di riferimento per tutto il territorio…un storia che ho sempre seguito e .tutto è nato parecchi anni fa quando si affidò ad un enologo di primo livello come Giuliano Noè e iniziò un lavoro in crescendo continuo per migliorare la qualità in vigneto e in cantina, La dimostrazione che una cooperativa, se ben gestita, può ottenere ottimi risultati che poi si riflettono sul benessere di tutti i soci viticoltori. La Cantina Sociale di Canelli aveva, col Moscato in primis, le stesse possibilità di imporsi anche sul mercato….ma purtroppo al contrario di Vinchio-Vaglio, è sempre stata mal gestita, …..finendo in modo inglorioso…..

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