Agrinsieme Moscato richiama 500 persone per la tavola rotonda moderata da Bruno Vespa

inserito il 13 Maggio 2014

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In prima fila, tra autorità, politici e candidati in cerca di visibilità e voti, c’erano grandi nomi della vitivinicoltura italiana, insieme a griffe del moscato, presidenti di Cantine sociali e vignaioli. C’erano manager e capitani d’industria in abito scuro, ma anche agricoltori in pantaloncini corti e maglietta che hanno mollato i lavori in vigna per un paio d’ore per partecipare a quella che si è materializzata come la più importante manifestazione della filiera dell’uva moscato. Sul palco un mattatore come Bruno Vespa circondato dalle immancabili poltroncine bianche in perfetto stile “Porta a Porta” e il viceministro all’Agricoltura del Governo Renzi, il cuneese Andrea Olivero (ha sostituito il ministro Martina trattenuto per impegni governativi); l’assessore regionale uscente, Claudio Sacchetto; tre presidenti nazionali di categoria: Mario Guidi, Confagricoltura e coordinatore di Agrinsieme che riunisce anche Cia e Alleanda delle Cooperative; Giorgio Mercuri, Fedagri-Confcooperative; e l’astigiano Dino Scanavino della Cia.

Il tutto organizzato da Agrinsieme Moscato, costola eno-locale di Agrinsieme nazionale, che ha come presidente il vignaiolo astigiano, Pietro Cirio e conta oltre 1000 iscritti per circa 3000 ettari dei 10 mila che rappresentano in Piemonte il vigneto moscato docg.

Davanti al palco, e dietro autorità e big del vino, più di 500 persone. Una folla enorme venuta a vedere il Vespa nazionale che parla di Asti e Moscato docg, ma anche a sentire che dice uno del Governo e uno della Regione e i dirigenti di quelli che una volta erano sindacati e oggi sono sempre più rappresentanze di categoria che aiutano le aziende vitivinicole a dribblare burocrazia e scartoffie. Ma attenzione c’è stata anche per le analisi, forse un po’ troppo articolate, del Consorzio dell’Asti (presenti il presidente Marzagalli e il direttore Bosticco), che hanno presentato una fotografia in crescita del Comparto. I numeri sono eloquenti: 100 milioni di bottiglie (75 Asti, 25 Moscato “tappo raso”), con mercato italiano poco entusiasmante, Europa così così, ma grandi perfomances in Usa e Russia e ottime prospettive in Cina, oscuro oggetto del desiderio, con i suoi 1,4 miliardi di persone, per molti comparti produttivi mondiali.

 

Un assist perfetto, quello dei dati consortili, che è servito a Vespa per chieder ai relatori quali potranno essere le prospettive per la crescita della filiera dell’uva moscato.

Scanavino ha dichiarato di non essere contrario a priori ad un aumento della produzione, «purché fatta in base alle richieste del mercato» ha puntualizzato. Il presidente Cia ha pure sottolineato, in tema di promozione, l’importanza della candidatura Unesco per i paesaggi vitivinicoli piemontesi, «Un’occasione di unità da sfruttare con progetti comuni e senza divisioni» ha dichiarato.

Per Mercuri il ruolo delle cooperative è fondamentale anche nella filiera vinicola del moscato: «È lo spirito di fare bene insieme che fa andare avanti il Paese».Presidente di Fedagri-Confcooperative guardingo sugli aumenti di rese delle uve che dovrebbero essere limitati per preservare la qualità.

Guidi ha posto l’accento sulla necessità di difendere il made in Italy in campo agroalimentare come voce importante dell’economia ma anche come inimitabile e prezioso patrimonio culturale e sociale del Belpaese. E, in qualità di coordinatore nazionale di Agrinsieme ha precisato: «La nostra associazione non è un esercizio muscolare. Abbiamo scoperto di essere meno divisi e meno di distanti di quanto pensassimo. Sono certo che Agrinsieme stia percorrendo la strada maestra verso una rappresentanza agricola nuova, condivisa e produttiva, collaborativa e moderna che guarda al mondo e pensa in grande. Quello che l’Italia deve ricominciare a fare».

Sacchetto ha ricordato gli impegni della Regione Piemonte in materia di promozione e l’attività portata avanti con i fondi europei. «Sono lo strumento principe per ricordare a tutti che il Piemonte è terra di vini rari, come quelli della filiera dell’uva moscato che, giova ricordarlo, godono di una patto tra Case spumantiere e vignaioli che si rinnova ogni anno attraverso la commissione paritetica, strumento di civiltà rappresentativa» ha detto.

Il viceministro Olivero, incalzato da Bruno Vespa, ha parlato di semplificazione e promesso che a breve il Governo Renzi varerà dispositivi in grado di limitare la burocrazia “cattiva” che rallenta la crescita e il lavoro delle imprese, comprese quelle del moscato. «È un impegno che prendo qui e che mi impegnerò a realizzare anche con l’aiuto del testo della nuova legge sulla vite e sul vino di cui è relatore il parlamentare astigiano Massimo Forio» ha dichiarato l’esponente dell’esecutivo del premier che, nella seconda parte della tavola rotonda moderata dal nostro direttore, Filippo Larganà (Vespa è dovuto rientrare a Roma per la diretta tv di Porta a Porta) ha anche parlato di web: «È vero in Italia siamo indietro, ma anche in questo campo assicuro l’azione del Governo».

Il convegno si è quindi chiuso con i saluti finali del presidente Cirio che si è detto felice e soddisfatto: «Oggi qui abbiamo dimostrato che il popolo di Agrinsieme Moscato c’è ed è pronto a lavorare con chi vuole davvero che le vigne di moscato continuino per molto tempo ad essere vigne di successo».

SdP

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