Domenico Quirico, il giornalista astigiano, inviato di guerra de La Stampa di cui si erano perse le tracce 58 giorni fa nella Siria sconvolta da una sanguinosa guerra civile, è vivo.
Secondo quanto ha dichiarato il direttore del quotidiano torinese, Mario Calabresi, Domenico ha telefonato alla moglie. Una chiamata brevissima. La Farnesina e il ministro degli Esteri, Emma Bonino, hanno confermato il contatto e avvertito che ora si entra in una fase delicatissima.
Noi di SdP siamo soddisfatti e felici per Domenico che, speriamo, riabbracci al più presto la sua familia, la moglie e le figlie.
Quirico era entrato in Siria due mesi fa. Qualche telefonata e sms, poi non aveva più dato notizie di sé. Dopo venti giorni di silenzio La Stampa, in accordo con la famiglia, aveva annunciato la situazione. Erano seguiti lunghi silenzi e le dichiarazioni preoccupanti del ministro Bonino che aveva giudicato non positiva l’assenza di notizie sulla sorte del giornalista piemontese. Anche il premier siriano Assad aveva detto di non avere notizie di Quirico.
Intanto in Italia si sono susseguite le manifestazioni pro Quirico. Come La Stampa anche noi di SdP abbiamo messo il yellow ribbon, il fiocco giallo, simbolo dell’attesa di una persona cara ce risulta dispersa. Nella “sua” Asti il Comune, raccogliendo un appello lanciato da questo blog e supportato da altri giornalisti astigiani, ha esposto una foto di Quirico sulla facciata del palazzo Comunale. Poi altre iniziative, dalla corsa podistica alla Messa di preghiera all’appello di altri inviati di guerra come Luciana Sgrena del Manifesto e Daniele Mastrogiacomo di Repubblica, entrambi sequestrati in zone di guerra, rispettivamente in Iraq e Afghanistan.
Ora la notizia che dà speranza. Finalmente.