Una road map per avviare una nuova rotta che conduca il sistema vino Piemonte oltre la bufera del Covid -19 e lo aiuti a superare gli scogli aguzzi e pericolosi delle eccedenze invendute che possono destabilizzare i prezzi e abbassare il reddito dei vignaioli mandando in sofferenza anche le aziende di ogni dimensione.
È quello che propone Piemonte Land of Perfection, il Consorzio che raggruppa i Consorzi di tutela dei vini piemontesi, in un documento inviato anche alle Istituzioni. Non solo un cahier de doléances, una lista dei danni che la pandemia ha fatto e potrà fare ancora al comparto, ma anche proposte per rimettere in linea una “locomotiva” che teme di aver perso potenza di traino.
Qui il documento di Piemonte Land.
“La crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, con la chiusura di mercati nazionali ed esteri e la contrazione violenta dei consumi, nonché la cancellazione di molti ordinativi, rischia di mettere in ginocchio il mondo del vino piemontese e di avere ripercussioni nefaste e imprevedibili su una filiera agricola che coinvolge molti altri comparti produttivi, dalla tecnologia ai nuovi media.
Per
questo Piemonte Land, il super consorzio che raggruppa e armonizza la
comunicazione dei Consorzi di Tutela dei vini piemontesi, ha
elaborato una serie di richieste alle istituzioni regionali e a
quelle nazionali. Richieste
che qui sono presentate in modo sintetico.
La
distillazione d’emergenza delle eccedenze vinicole,
da avviare eventualmente alla produzione di alcol igienizzante, è
proposta principale e va imputata soprattutto all’incertezza sulla
reale capacità del mercato domestico e di quelli esteri di assorbire
le produzioni di vino piemontese. Essa dovrà essere applicata a
tutte quelle denominazioni che ne abbiano necessità. La quantità di
prodotto da avviare alla distillazione d’emergenza si aggira tra i
250 e i 280 mila ettolitri con un valore stimato attorno ai 43
milioni di euro. Questa soluzione eviterebbe giacenze di prodotto
invenduto prima della vendemmia che potrebbero generare dannose
speculazioni.
Lo
stoccaggio
entra a buon titolo tra le opzioni per arginare la crisi attuale.
I
numeri che arrivano dai Consorzi di Tutela, infatti, parlano di una
quantità di vini da stoccare che sfiora i 600 mila ettolitri, tra
sfuso, imbottigliato e prodotto da avviare alla conservazione
refrigerata. Gli aiuti, attraverso l’attivazione di opportuni
impianti e disposizioni logistiche, riguardano un volume di prodotto
pari a un controvalore di poco superiore ai 21 milioni di euro.
La riduzione delle rese, sia in vigneto sia in cantina, deve essere considerata come una delle soluzioni che possono limitare i danni della crisi da Covid-19. I rapporti nazionali ed internazionali di scambio avranno una ripresa lenta, lo scopo è quello di diminuire la produzione di uva e di vino in modo da evitare pericolosi surplus che inciderebbero in maniera negativa sui prezzi. Gli ettari interessati, in tutte le aree viticole piemontesi, sono circa 34 mila, per un volume attorno ai 731 mila quintali di uva e un valore di 58 milioni di euro.
Piemonte Land chiede con forza di dare un impulso significativo alla promozione delle Denominazioni regionali sui mercati interno e internazionale. I Consorzi di Tutela, infatti, concordano sull’importanza strategica di un grande sforzo futuro finalizzato a riconquistare e le quote di mercato perse durante la pandemia e garantire un reddito dignitoso ai viticoltori ed a centinaia di famiglie. Per questo ritengono indispensabile rivedere i bandi OCM e PSR, consentendo variazioni in materia di investimenti e paesi target.
Vi sono anche altri strumenti che Piemonte Land, d’intesa con i Consorzi di Tutela suoi associati, intende proporre. Essi sono:
– L’incremento della percentuale ammessa al taglio d’annata, attualmente pari al 15%, che offrirebbe un utile strumento per gli anni a venire, rimandando l’immissione sul mercato di importanti quantitativi di prodotto.
– Il posticipo delle scadenze relative agli impianti, vista la difficoltà a recuperare la manodopera necessaria. Infine alcune considerazioni di Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land:
«La chiusura del canale Horeca (hotel, ristoranti, bar, enoteche) ha causato un’insostenibile contrazione delle vendite per molte aziende, solo in parte attenuata dai flussi in GDO, la grande distribuzione organizzata. Il rischio concreto per il vino piemontese è di non riuscire a sopportare lo stress finanziario causato dal Coronavirus. Per questo ci stiamo attivando in tutte le sedi opportune per chiedere misure straordinarie utili a superare questo periodo e preparare il terreno per il futuro rilancio del comparto. Fin da ora – continua Mobrici – dobbiamo pianificare una grande azione promozionale per rilanciare i nostri vini da sempre ambasciatori della nostra regione nel mondo. Lancio un appello a tutti gli operatori del territorio, affinché mostrino la solidarietà indispensabile a gettare il seme della ripresa. In questo momento è fondamentale stringersi attorno alle nostre Denominazioni, dalla cui salute passa l’economia e la salvaguardia del nostro territorio»”.