Hanno scelto di pagare pagine pubblicitarie per far sentire la propria voce. E dire chiaro e tondo che la crisi economica farà sparire Barbera e Dolcetto dalle colline piemontesi. L’iniziativa, clamorosa, è dei consorzi Vignaioli Piemontesi, Colli Tortonesi, dei Vini d’Asti e del Monferrato e dei Vini d’Acqui.
Ecco la pagina in questione pubblicata, a pagamento cone informazione pubblicitaria, dal quotidiano La Stampa.
Il “j’accuse” delle cantine sociali piemontesi, una ventina, e dei Consorzi, è esplicito. Sul banco degli accusati di inerzia e scarso o nullo attivismo, alcuni tra i parlamentari di punta del centro destra piemontese (nessun nome di esponenti del centrosinistra). A cominciare dal leghista Roberto Cota, neo governatore del Piemonte, per continuare con l’ex governatore Enzo Ghigo, oggi senatore Pdl; Maria Teresa Armosino, deputato piediellina e anche presidente della Provincia di Asti; Sebastiano Fogliato, parlamentare leghista anche lui astigiano, componente della Commissione Agricoltura della Camera; e gli alessandrini Franco Stradella (Pdl), alessandrino, presidente del Comitato per la Legislazione della Camera dei Deputati e componente della Commissione Ambiente e lavori pubblici; Enrico Pianetta (Pdl), membro delle Commmissioni della Camera per Affari esteri e procedimenti d’Accusa, e la senatrice Rossana Boldi, presidente della 14ª Commissione permanente (Politiche dell’Unione europea), membro delle delegazioni parlamentari italiane presso l’Assemblea del Consiglio d’Europa e l’Assemblea dell’Unione dell’Europa occidentale.
Insomma gente di peso politico non indifferente, almeno sulla carta, che, a parere di cantine e consorzi, avrebbero fatto poco o nulla per aiutare i comparto in crisi da tempo. limitandosi a «… sostenere con tante belle parole…».
Ora che il sasso è stato lanciato si attendono sviluppi.
Enocooperative e consorzi hanno annunciato che continueranno a pubblicare a pagamento (ma le notizie una volta non si pubblicavano gratis?) pagine in cui spiegano il loro punto di vista e quello delle 12mila famiglie che «… non hanno più certezza economica del futuro».
E danno appuntamento per il 2 settembre, alle 10 in piazza Alfieri ad Asti, per un comizio congiunto.
Insomma il popolo delle vigne non ci sta a produrre precari dei filari e scende in piazza.
Sdp