C’è un filo rosso che lega i farmacisti al mondo del vino? Sembra di sì. Da Giuseppe Cappellano (farmacista di Serralunga con bottega a Torino che a fine ‘800 inventò il Barolo Chinato) in poi, ma forse anche prima quando a sciamani e cerusici era demandato la confezione di bevande spesso a base di frutta (anche uva) fermentata e quindi con percentuali pure di alcol.
Il filo rosso regge anche ai tempi nostri se Fabio Ghidella, farmacista in quel di Canelli (Asti), con la “complicità” del padre medico, non ha solo conservato le vigne di barbera di Moasca, ma le ha anche convertite alla produzione di Nizza docg.
Noi lo abbiamo incontrato e intervistato a Vinitaly. Buona visione.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
immagini e riprese di Vittorio Ubertone