Vendemmia in tempo di Covid. In Piemonte già in Cantina le prime uve (Pinot e Chardonnay), ma come sarà la raccolta 2020? Assoenologi, Uiv e Ismea dicono che…

inserito il 14 Agosto 2020

 I dati ufficiali della vendemmia 2020, quelli che più si avvicineranno alla realtà della prima e speriamo unica raccolta ai tempi del Covd, saranno resi noti giovedì 3 settembre nel corso di una conferenza stampa online a cui parteciperà il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova. 
Intanto Assoenologi, l’associazione di categoria che raggruppa gli enologi, insieme alla Uiv, l’Unione Italiana Vini a cui aderiscono le Cantine vitivinicole, e Ismea, l’Istituto di servizi che monitora il mercato agroalimentare, hanno diffuso una previsione che offre interessanti spunti di riflessione. Eccola.

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 Si annuncia una vendemmia buona sotto il profilo qualiquantitativo un po’ in tutto il Paese ma rimane la preoccupazione dei produttori sul fronte prezzi e tenuta dei mercati. Il quadro di sintesi sulla situazione pre-vendemmiale fornito da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) alla vigilia della prossima raccolta conferma un contesto congiunturale difficile dove è necessario lavorare per recuperare gli spazi di crescita che si profilano all’orizzonte. 

Il settore vino vive un momento decisivo di una stagione complessa: se infatti sul piano climatico e vegetativo al momento si prevede una vendemmia interessante, con uve sane e un ciclo vegetativo che prospetta una raccolta leggermente anticipata, tra i produttori permane un sentiment di incertezza, a pesare la visione nel breve periodo relativa agli ordini provenienti sia dalla domanda interna che estera, mentre sono migliori le attese di un ritorno ai livelli economici pre-Covid nel giro dei prossimi anni. 

Una situazione generale che deve stimolare un rinnovato confronto tra Ministero e filiera per definire strumenti in grado di rilanciare la domanda, con nuove strategie di promozione concertate insieme alle aziende e alle organizzazioni rappresentative per riposizionare presenza e prestigio del vino italiano nel mondo. Servono azioni di rilancio che vadano oltre l’aiuto alla distillazione, il cui impatto sul calo delle giacenze – alla luce dell’esito del bando – sarà molto limitato, e le misure sulla riduzione delle rese, i cui effetti reali non si vedranno prima della conclusione delle operazioni vendemmiali e della presentazione delle dichiarazioni di produzione. 

Sul fronte dell’andamento climatico, aprile e maggio hanno riportato temperature miti e piovosità scarsa, diversamente da giugno e in buona parte luglio in cui le condizioni termiche rilevate sono state lievemente inferiori alla norma, con piovosità abbondante e ondate di calore limitate agli ultimi giorni del mese. Sul piano fitosanitario, i vigneti si presentano sani, con pochi focolai di infezioni a macchia di leopardo lungo la Penisola. Solo in alcune zone del Trentino e del Friuli la peronospora ha causato danni, anche se la situazione è sotto controllo, mentre l’oidio è stato rilevato con maggior presenza in Romagna, Toscana e Abruzzo. Una condizione positiva, nella consapevolezza che tutto è ancora in gioco: le prossime settimane saranno determinanti per le basi spumante e i prossimi mesi per gli altri vini. 

(credit: le foto a correndo di questo servizio risalgono all’11 agosto scorso, si riferiscono alla raccolta delle uve pinot nero e sono tratte dalla pagina Facebook della Cantina Marchesi Alfieri di Magliano Alfieri, centro cuneese a ridosso dell’Astigiano)


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