Torino. A 90 anni dalla fondazione del Consorzio l’Asti Spumante e il Moscato d’Asti s’interrogano sul futuro. «Mente e cuore per parlare ai giovani senza dimenticare passato e presente»

inserito il 16 Novembre 2022

Oggi, 16 novembre 2022, per il 90° compleanno della fondazione del Consorzio dell’Asti Spumante e del Moscato d’Asti docg, la location è stata quella suggestiva del Museo del Risorgimento nel cuore della Torino sabauda, prima Capitale d’Italia e promotrice dell’Unità italica a due passi, letteralmente, dall’aula del primo parlamento italiano.

Ospite d’onore il Consorzio che nel 2022 spegne 90 candeline (a Torino c’era anche la torta, foto) che in queste settimane propone un ampio “perlage” di iniziative istituzionali, prima fra tutte la partnership con Nitto ATP Finals, il prestigioso torneo di tennis internazionale in svolgimento proprio in questi giorni a Torino e che vede la partecipazioni di grandi campioni.

Sul palco, dopo i saluti inaugurali del presidente consortile, Lorenzo Barbero, a parlare di Asti e Moscato d’Asti, coordinati da Cinzia Benzi, canellese, scrittrice e donna del vino, si sono alternati Gabriele Gorelli, il primo Master Of Wine Italiano, Marco Amato dell’Hotel Hassler di Roma, Paolo Marchi, giornalista e ideatore di Identità Golose, il food guru Filippo Polidori e il giornalista e illustratore Gianluca Biscalchin.

Da tutti è venuto l’invito a rinnovare, provare nuove strade, parlare alla mente e al cuore dei consumatori, puntando ai giovani, senza dimenticare le tradizioni, il paesaggio, la storia, l’arte e la creatività del mondo dell’Asti e del Moscato d’Asti che è tutelato anche dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità nel quadro dei Paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato. Indicazioni ottime, che, per laverità, da tempo risuonano nelle orecchie di dirigenti e filiera e che, a poco a poco, sembrano cominciare a fare breccia (l’augurio è che lo facciamo sempre di più) anche grazie alle iniziative consortili.

Due le parole d’ordine lanciate dai relatori: “coraggio” che fa rima con il verbo osare per proporre Asti e Moscato d’Asti in ogni modo e ogni ambito, fuori da steccati vecchi e nuovi, in nome di una innovazione, di consumo, di comunicazione, di immagine, che non può e non deve essere rimandata; e “orgoglio”, termine che i piemontesi del vino, in generale e con pochissime eccezioni, fanno ancora fatica a mettere in pratica anche se si tratta, come altre denominazioni italiane e straniere hanno dimostrato, di una delle più formidabili armi per aumentare autostima e, soprattutto, fatturato.

Le buone prospettive per Asti Spumante e Moscato d’Asti, però, non mancano.

Come hanno indicato, anche nelle interviste che abbiamo realizzato, Lorenzo Barbero, presidente del Consorzio, Stefano Ricagno, vice presidente senior, Giacomo Pondini, direttore del Consorzio e Marco Protopapa, assessore della Regione Piemonte per Agricoltura e Cibo.

Lascia un Commento


I commenti inviati non verranno pubblicati automaticamente sul sito, saranno moderati dalla redazione.
L’utente concorda inoltre di non inviare messaggi abusivi, diffamatori, minatori o qualunque altro materiale che possa violare le leggi in vigore.
L’utente concorda che la redazione ha il diritto di rimuovere, modificare o chiudere ogni argomento ogni volta che lo ritengano necessario.