Noi di Sdp siamo stati i primi a scrivere del progetto di rilancio del tartufo nero pregiato del Piemonte.
Lo abbiamo fatto un mesetto fa, anticipando modi e tempi di un’iniziativa ideata dalla Regione Piemonte e interessante per le ricedute positive sia in termini economici (il tartufo nero, a differenza del bianco si può coltivare e si raccoglie quasi tutto l’anno) che in termini enogastronomici.
Insomma Sdp aveva sposato in pieno un’opportunità da non perdere per il Piemonte rurale e dell’accoglienza enogastronomica. Ebbene che cosa è accaduto da un mese a questa parte? Nulla o quasi.
A quanto risulta l’evento di apertura, previsto ad Alba, è stato cancellato, e tutta la scaletta del progetto dal titolo “L’oro nero del Piemonte” è stata spostata in avanti.
Perché? Difficile chiarirlo con esattezza.
Intanto, mentre la Regione Piemonte si prepara alla kermesse del Vinitaly di Verona in calendario dal 2 al 6 aprile dando l’impressione di lasciare in disparte l’”oro nero”, ecco che alcuni enti locali e privati, che avevano creduto al progetto, si arrabattano come possono.
È il caso della comunità collinare “Tra Langa e Monferrato”, che raggruppa otto Comuni del Sud Astigiano e di cui è presidente il sindaco di Moasca, Andrea Ghignone. Sarebbe già pronta una bozza da titolo “Il re si è vestito di nero”, con evidenti riferimenti al tartufo nero. Il pieghevole potrebbe essere presentata, non si sa se in modo provvisorio o definitivo, proprio al Vinitaly.
E c’è anche un ristorante stellato, il San Marco di Canelli, che in questi giorni propone menù a 48 euro tutto dedicato al tartufo nero. Gli appuntamenti sono il 27, 28 e 29 marzo. Tra le ricette bocconcini di filetto crudo di “Fassona” alla pastora con tartufo nero, mostarda di peperoni rossi e miele di castagno; gnocchi di patata rossa di Mombarcaro con salsa al Castelmagno e tartufo nero; carré d’agnello con salsa al Barbera d’Asti e tartufo nero.
Pubblicità gratuita al San Marco?
Può darsi, però la facciamo volentieri nei confronti di ristoratori come Piercarlo e Mariuccia Ferrero, al timone del ristorante canellese che da sempre fa del territorio una bandiera. Piercarlo Ferrero, oltretutto, è presidente di un’associazione di trifulao (sono i cercatori di tartufi) e primo sostenitore del progetto regionale sul tartufo nero.
Anche un altro ristorante, quello ospitato dall’Enoteca Regionale “di Canelli e dell’Astesana” ha annunciato menù a base di tartufo nero a 30 euro. Insomma la capitale piemontese dello spumante si candida a diventare trampolino concreto del progetto “tartufo abbronzato”. Che dovrebbe essere al centro di una riunione convocata nei prossimi giorni a Torino. Si dovrebbero prendere decisioni importanti su come e quando lanciare la campagna “oro nero”. L’incontro è stato fissato il primo aprile.
E speriamo che non sia una burla.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it) info@saporidelpiemonte.it