Segnali (ultimi) da Vinitaly 2022. Il nostro bilancio, le istantanee dei primi tre giorni e nell’hyperlapse il Piemonte alla Fiera di Verona in una manciata di secondi

inserito il 15 Aprile 2022

Facciamola corta, al di là di alcune dichiarazioni di produttori che, per una ragione o per l’altra, hanno detto che non parteciperanno più al Vinitaly, a nostro avviso la 54ª Fiera internazionale del vino di Verona è andata bene. Persino chi era stato critico ha apprezzato. È il caso di Andrea Farinetti, Fontanafredda (Piemonte) il cui commento è riportato dall’ufficio stampoa di Verona Fiera. Ha detto Farinetti (che è figlio di Oscar Farinetti): «Vinitaly è andato molto bene. La pandemia ci ha insegnato tante cose: una su tutte la gestione del tempo che in questa edizione è stato uno dei parametri più efficienti. Bene gli ingressi limitati e le presenze di qualità. Siamo riusciti ad ottimizzare bene gli appuntamenti con buyer e fornitori. È finalmente tornata una fiera business con nuove opportunità e nuove conoscenze. Emozionante anche rivedere partner internazionali: dagli Stati Uniti, dall’Europa, dal Giappone. Abbiamo rilevato sempre più attenzione verso i veri tesori italiani, ovvero tutti quei vini non facilmente replicabili. Il Made in Italy sta bene e deve tenersi stretta la qualità». Poi ci sono anche le dichiarazioni di alcuni barolisti, tra cui il presidente del Consorzio del Barolo e Barbaresco, Matteo Ascheri, che ai giornalisti hanno detto che questo è il loro ultimo Vinitaly. Din altro avviso altri barolisti e moltissimi produttori piemontesi. Staremo a vedere. Noi trovato un Vinitaly 2022 con molta voglia di fare. Certo la formula è quella standard, ma a sentire goi espositori i buyers non sono mancati da USA, Americhe, Asia (meo da Cina molto Giappone e Corea), molta Europa, interessanti gruppi dall’Africa. Insomma un ottimo Vinitaly. Il Piemonte, nonostante sfumature e differenti vedute, c’era in massa. I commenti sono in larga parte pro Vinitaly. Noi abbiamo rilevato molti miglioramenti e qualche mancanza. Accrediti: ad alcuni rappresentanti del mondo della comunicazione l’accredito è stato negato per “contingentamento Covid” a pochi giorni dall’apertura. Non si fa. Bisogna dirlo prima, per evitare prenotazioni a vuoto di viaggi e soggiorni. Il controllo delle misure anti Covid non è sempre stato continuo. A noi il green pass è stato controllato il primo giorno e il terzo, non il secondo. Negli stand in realtà l’afflusso è stato come in un Vinitaly pre Covid, nessuna limitazione (menomale!) neppure all’offerta gastronomica all’interno delle aree espositive, tutti hanno potuto bere e mangiare stuzzichini, fare colazione e prendere caffé e pasticcini, senza limiti. Parcheggi: bene, noi non abbiamo avuto problemi, ma alcuni espositori ci hanno segnalato ingorghi, smaltiti anche dopo un’ora e mezza, soprattutto a fine giornata, quando tutti tornavano agli alberghi, spesso fuori Verona e il traffico della Fiera si somma a quello dei veronesi che tornano a casa dal lavoro. Un disastro. Per ovviare: più parcheggi o orari fieristici diversi. Infine i dati, quelli diffusi da Verona Fiere parlano di un Vinitaly record, storico quello di incidenza dei buyer stranieri in rapporto al totale ingressi: 25 mila operatori stranieri, da 139 Paesi, che rappresentano il 28% del totale degli operatori arrivati in fiera che sono stati circa 88 mila. Da Verona Fiere fanno notare i numeri importanti del 54° Vinitaly al netto della forte contrazione di presenze legata alle limitazioni pandemiche agli spostamenti e alla crisi geopolitica internazionale, due situazioni che hanno sfavorito, pare per circa 5 mila unità, gli arrivi da Asia e Russia. 
In ogni caso qui sotto l’hyperlapse (è un video realizzato con una speciale tecnica che velocizza le immagini) e le fotografie al Vinitaly di Verona 2022 del nostro Vittorio Ubertone. Buna visione.

Le fotografie

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