SCORZOBIANCA O BARBABUC

i prodotti tipici del Piemonte

 

La Scorzobianca o Barbabuc (Tragopogon porrifolius L.) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteracee. In fase vegetativa, si presenta con foglie lineari di 0,5 x 15 cm sistemate in forma di rosetta appressata, ragnatelose sui margini, con radice verticale di consistenza legnosa. Allo stato spontaneo, cresce in prati aridi, poco curati, in incolti, da 0 a 1000 m di altitudine e fiorisce da giugno ad agosto differenziando uno scapo fiorale con capolini bruno-violacei.
Ai fini produttivi., la semina avviene ad inizio agosto in coltura protetta ed a fine agosto per le produzioni di pieno campo. La Scorzobianca predilige terreni sciolti e non troppo fertili, anche perché un’eccessiva ricchezza del terreno causerebbe l’inscurimento della radice con conseguente diminuzione della qualità commerciale. A settembre, si provvede allo sfalcio delle foglie per consentire, durante l’autunno e l’inverno, il ricaccio meno vigoroso di foglie di consistenza meno coriacea. La raccolta si effettua da gennaio (in coltura protetta) o febbraio fino ad aprile, prima che inizi la differenziazione dello scapo florale.
La parte edule è rappresentata dalle foglie e dal colletto, che vengono consumate dopo una cottura in padella, stufate o cotte alla piastra.
L’origine della semente è commerciale ed è affidata, principalmente, ad una ditta di Moncalieri che ne cura anche la riproduzione.

Zona di produzione
La zona di produzione tipica di questo ortaggio si identifica nei comuni di Moncalieri (zona collinare) e Nichelino.

La storia
La coltivazione del Barbabuc tradizionalmente si inseriva in un periodo dell’anno nel quale non erano previste produzioni in pieno campo, favorendo, così, l’occupazione della manodopera aziendale e la possibilità di sfruttare gli appezzamenti per il ricavo di reddito nei primi mesi dell’anno.
La tradizione del consumo di questa pianta ha origine antica, probabilmente legata alla consuetudine di raccogliere allo stato selvatico la specie affine, Tragopogon pratensis L., ed utilizzarne la radice che, bollita nel latte, rappresentava un ottimo tonificante e ricostituente dopo le debilitanti malattie invernali.
La possibilità per i cittadini di consumare un ortaggio quasi selvatico, di sapore assai gradevole, stagionale, fa sì che si perpetui la coltivazione del Barbabuc da parte di alcuni produttori che intendono mantenere quote di mercato in vendita diretta vendono parte del prodotto direttamente e il resto a dettaglianti vocati alla commercializzazione di produzioni locali e primizie.

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