PICCOLI FRUTTI DELLE VALLI CUNEESI

i prodotti tipici del Piemonte

 

Per “piccoli frutti “ si intendono i lamponi, mirtilli, il ribes, le more e le fragoline di bosco. Gli alti livelli qualitativi dei piccoli frutti delle Valli di Cuneo sono la diretta conseguenza di una felice combinazione di fattori naturali e di scelte attente dei coltivatori cuneesi. L’adozione della coltivazione esclusivamente “su suolo”, infatti, consente di sfruttare al meglio le caratteristiche del territorio di produzione, compreso in una fascia altimetrica che va dai 250 ai 1.800 m s.l.m., dotato di un livello ideale di acidità naturale e di una buona presenza di elementi fertilizzanti.
La concimazione di fondo dei terreni destinati a queste coltivazioni prevede l’utilizzo di materiale organico (letame bovino maturo); si può ricorrere ad elementi chimici per integrare gli apporti dei fertilizzanti in relazione sia all’andamento climatico che al carico produttivo delle piante.
La pacciamatura è effettuata allo scopo di mantenere pulito il frutto e preservarlo da agenti patologici. Per il mirtillo, il ribes ed il rovo, normalmente, si utilizza una prima pacciamatura (al momento dell’impianto) utilizzando teli tessuto–non tessuto stabilizzati disposti lungo la fila; successivamente, il controllo delle infestanti viene effettuato sia utilizzando teli in plastica sia adottando tecniche di pacciamatura del suolo con materiali organici (scorze ed aghi di pino, torba, materiale organico compostato) disposti lungo la fila.
Il periodo di raccolta ha inizio:
· per il lampone: dalla fine della prima decade di giugno sino ad ottobre inoltrato;
· per il ribes: da fine giugno con commercializzazione che si protrae, dopo conservazione frigorifera, sino a fine ottobre-inizio novembre;
· per il rovo: da fine giugno-inizio luglio sino ad inizio ottobre;
· per il mirtillo: dalla prima decade di giugno sino a fine agosto-inizio settembre. La commercializzazione prosegue, poi, con materiale frigoconservato sino a fine ottobre-inizio novembre;
· per la fragolina di bosco: da giugno sino ad ottobre inoltrato.
Per essere adatti alla commercializzazione, i mirtilli devono essere posti sul mercato come frutti singoli, integri e non ammaccati; il frutto non deve presentare lacerazioni in prossimità del punto di attacco del peduncolo né evidenziare dell’epidermide con fuoriuscita di liquidi sulla superficie; i frutti devono essere sani (assenza di frutti affetti da marciumi e/o alterazioni) devono presentare la tipica “pruina” esterna che caratterizza le singole cultivar oggetto di coltivazione ; devono essere puliti (privi di terra o di qualsiasi impurità), privi di umidità esterna anormale, privi di odore e sapore estranei. Per essere adatti alla commercializzazione, i lamponi devono essere integri, non ammaccati e non deformati per eccessiva pressione esercitata al momento dello stacco dalla pianta; devono essere sani (assenza di frutti affetti da marciumi e/o alterazioni), puliti (privi di terra o di qualsiasi impurità), privi di umidità esterna anormale, privi di odori o di sapori estranei. Devono essere commercializzati senza parti di ricettacolo e/o calice.
Per essere adatti alla commercializzazione, i frutti di rovo devono essere integri, non ammaccati; il frutto deve essere provvisto di ricettacolo internamente mentre non devono presentare parti di calice; devono essere sani (assenza di frutti affetti da marciumi e/o alterazioni), puliti (privi di terra o di qualsiasi impurità), privi di umidità esterna anormale, privi di odori o di sapori estranei.
Per essere adatti alla commercializzazione, i frutti di ribes devono essere posti sul mercato come grappoli omogenei composti da un numero diverso di bacche, integri e non ammaccati; il grappolo deve essere provvisto di un corto peduncolo; le bacche devono essere sane (assenza di frutti affetti da marciumi e/o alterazioni), pulite (prive di terra o di qualsiasi impurità), prive di umidità esterna anormale, prive di odori o di sapori estranei.
Le fragoline di bosco devono essere poste sul mercato come frutti singoli, integri, non ammaccati; il frutto deve essere provvisto di ricettacolo internamente mentre non devono presentare parti di calice; i frutti devono essere sani (assenza di frutti affetti da marciumi e/o alterazioni tali da renderli non adatti alla commercializzazione), puliti (privi di terra o di qualsiasi impurità), privi di umidità esterna anormale, privi di odori e di sapori estranei. I frutti vengono raccolti depicciolati (senza calice).
I “Piccoli Frutti delle Valli Cuneesi” devono essere raccolti quando hanno raggiunto un giusto grado di maturazione e di sviluppo, ossia devono essere in possesso delle caratteristiche organolettiche tipiche delle singole varietà. Devono, inoltre, presentare residui di antiparassitari minimi e, comunque, in linea con i criteri dell’agricoltura integrata.
Per le “Piccoli Frutti delle Valli Cuneesi” è stata presentata istanza di riconoscimento dell’attestazione comunitaria IGP da parte dell’Organizzazione Produttori Ortofrutticoli ASPROFRUT.
La comunicazione di tale richiesta è stata fatta sul bollettino Ufficiale della Regione Piemonte, n° 20 del 17 maggio 2000, con la pubblicazione del relativo disciplinare di produzione proposto.

Zona di produzione
La zona di produzione dei frutti di bosco comprende tutti i comuni della Provincia di Cuneo

La storia
La raccolta dei frutti spontanei del sottobosco ha tradizioni antichissime, che si perdono nella notte dei tempi.
Gli abitanti delle vallate circondanti Cuneo conoscono da sempre le innumerevoli qualità di questi piccoli prodotti. Basti pensare che, già nel periodo feudale, lo sfruttamento delle risorse minori del bosco veniva concesso come diritto di uso. Mentre il signore, infatti, teneva per sé i prodotti più pregiati che le proprie terre potevano offrire, come legname e cacciagione, egli tollerava che le risorse minori potessero essere sfruttate dalla comunità.
L’utilizzo dei frutti del sottobosco ha rappresentato, così, per secoli, una fonte di alimento e medicamento, tradizione mantenutasi ancora viva al giorno d’oggi, soprattutto in quelle regioni in cui la crescita spontanea di questi frutti è naturalmente favorita dalle condizioni climatiche e geomorfologiche. Le vallate cuneesi sono, da sempre, la culla naturale per la crescita dei piccoli frutti di bosco che nascono spontaneamente lungo le strade, alle pendici dei monti e nel sottobosco. Nelle “Memorie storiche e statuti antichi di Chiusa Pesio” ( a cura del Cav. Prof. Giambattista Botteri, Torino 1892) vengono descritti con orgogliosa meraviglia i prodigi della natura piemontese, con particolare riguardo ai frutti con cui queste terre nutrono e allietano i coltivatori di queste zone. Accanto ai prodotti coltivati dall’uomo, vengono, infatti, elencati anche i frutti di bosco: le fragole, i lamponi ed i vaccini (mirtilli), che “si colgono in molta copia nella primavera “. Il clima ed il terreno di queste zone sono tipici di molte zone pedemontane alpine, sfruttate appieno dai coltivatori cuneesi che effettuano ancora le coltivazioni direttamente sul terreno.
Lamponi, mirtilli, more, ribes e fragoline crescevano spontaneamente lungo le strade alle pendici dei monti cuneesi ed erano una gioia per i bambini, che li raccoglievano in piccoli cestini e, con cura, li portavano alle loro nonne, le quali confezionavano marmellate e dolcetti di cui i piccoli cuneesi erano ghiotti.
Quando si cominciò a pensare che questi piccoli prodotti delle terre cuneesi potevano anche essere venduti, si iniziò la raccolta di lamponi e mirtilli che venivano venduti alle industrie, le quali ne ricavavano liquori, profumi e persino medicinali.
Le esigenze della vita agricola portarono così gli agricoltori della zona della Bisalta e della ampie vallate della provincia di Cuneo a ritenere che quella che poteva essere una temporanea attività estiva, potesse invece trasformarsi in una redditizia forma di coltura su base estensiva.
La coltura del lampone muove, così, i primi ma decisi passi. Gli agricoltori cuneesi, che ben conoscono la fatica ed il sacrifico, si impegnano da subito a fondo in questa attività, divenendo in breve tempo i maggiori produttori di lamponi su scala nazionale. Nei primi tempi, il prodotto viene destinato unicamente alla grande industria di trasformazione, venendo raccolto alla rinfusa ed in grossi fusti.
Negli anni sessanta, venivano commercializzati anche i frutti di mirtillo, sebbene unicamente quelli che crescevano spontanei in montagna. La vendita del prodotto era diretta verso il mercato fresco, ma una parte rilevante era destinata all’industria farmaceutica.
Si sperimentano nuove cultivar di ribes, vengono eliminati i vecchi impianti di rovo ed il settore, grazie a questi continui investimenti di lavoro e di capitale, è in crescente evoluzione. Basti pensare che, negli ultimi anni, la produzione di ribes, rovo e mirtillo della provincia di Cuneo si è assestata su livelli produttivi tali da porre gli agricoltori della zona tra i primi a livello nazionale, per ettari coltivati e tonnellate di prodotto raccolto.
Il rovo, il lampone, il mirtillo il ribes e le fragoline continuano a crescere spontaneamente sulle pendici dei monti cuneesi e, proprio come ai tempi dei bisnonni, i bambini li raccolgono e le nonne ne fanno dolci manicaretti.
Oggi però, accanto alle siepi di frutti spontanei, il paesaggio cuneese offre alla vista dello spettatore anche lunghi filari di colture di frutti di bosco, il risultato della fatica e sacrificio degli agricoltori cuneesi, che hanno saputo trasformare un’antica tradizione in una redditizia coltura.
Il settore è, così, continuamente impegnato in una costante evoluzione tesa alla ricerca di una sempre migliore qualità di prodotti, i frutti di bosco, da sempre presenti in queste vallate e che sono insieme testimoni e garanti della storia, delle tradizioni e del carattere degli agricoltori di Cuneo.

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