Mezza dozzina di pregiate bottiglie di Loazzolo doc in dono al ministro Luca Zaia come promemoria per evitare errori sulla tipologia del più famoso vino passito del Piemonte.L’idea è stata di Pietro Cirio, contitolare dell’azienda vitivinicola Piancanelli di Loazzolo, sulle colline astigiane che dominano Canelli.
Racconta il produttore: «Poco prima di Capodanno ho scoperto sul blog del sito Sapori del Piemonte che il ministro Zaia, in vista del Cenone di fine anno, aveva erroneamente indicato il Loazzolo doc come uno spumante docg piemontese. Ho contattato la segreteria del ministro, segnalando l’errore. Pochi giorni fa mi hanno risposto ringraziandomi della correzione e informandomi di avere già fatto pubblicare sul quotidiano Libero, diretto da Maurizio Belpietro, una precisazione. Così ho deciso di donare al ministro una cassa di Loazzolo doc (nella foto Cirio con il dono al ministro), come ricordo della più piccola doc d’Italia».
Tutto è bene quello che finisce bene. L’intoppo in cui è incorso il ministro è un certamente un peccato veniale, che tuttavia fa emergere come, in tema di vino e eccellenze agroalimentari italiane, sia ancora molto il lavoro da fare nel settore della corretta comunicazione.
Sdp