Qualcuno parla di fumata bianca, altri di compromesso. Sta di fatto che è stato raggiunto l’accordo per la resa per ettaro delle uve piemontesi di moscato per la vendemmia 2017 che dovrebbe avviarsi a fine agosto, secondo alcuni osservatori tra il 24 e il 25 del mese.
Ma veniamo all’accordo che, dicono, sarebbe stata raggiunto con voto unanime di tutte le parti: Case spumantiere, vignaioli, associazioni di categoria, cantine sociali e imbottigliarori. La resa 2017 è stata fissata in 80 quintali/ettaro sia per le uve atte a Asti docg sia per quelle che diventeranno Moscato d’Asti docg, con la possibilità di sbloccare entro febbraio una quota di ulteriori 10 quintali qualora il mercato lo richiederà e sotto verifica da parte del Consorzio di Tutela.
Una disposizione questa che ha soddisfatto quei produttori, tra cui anche alcuni industriali, che sono proprietari di vigneti di moscato che vinificano in proprio.
Per quanto riguarda il prezzo, un tema che per legge non è più possibile fissare per evitare di cadere nella pratica del cartello, cioè di un’intesa tra produttori, vietata per legge, si parla di un aumento di 50 centesimi al quintale, uno spostamento minimo che, però, per alcuni rappresenta un segnale positivo.
Dunque, compresi gli esuberi di uve non docg, i vignaioli alla fine dovrebbero incassare anche quest’anno attorno ai 10 mila euro a ettaro.