I presupposti ci sono tutti, come sempre: una buona idea di fondo, un territorio famoso per i vini che produce, un concorso che premia i vini d’Italia, una città che ha uno dei centri storici più belli del Piemonte, più bello persino delle tante decantate Langhe.
Poi, però, alla presentazione della 53ª Douja d’Or di Asti, in calendario dal 6 al 15 settembre, che si è svolta questa mattina nel palazzo della Camera di Commercio, è mancato qualcosa.
Secondo noi quello che in alcune parti del Piemonte chiamano, con un termine dialettale, “gheddu”, cioè un moto di genio, magari anche di follia, ma positiva e geniale.
Spieghiamo. La formula della presentazione della Douja d’Or si ripete invariabile da anni: un conduttore-notaio che fa presentazioni e distribuisce la parola (la collega è stata impeccabile), il presidente dell’ente camerale che presenta o legge interamente il programma della manifestazione, relatori di contorno, di solito politici e partner della manifestazione, che lanciano richiami a l “fare squadra”, cercare “sinergia, unire il territorio, valorizzare i prodotti locali, trovare risorse per farlo, insomma “darsi una mossa”.
E questi appelli vengono fatti ogni anno. Sarebbe ora di cambiare format, davvero.
Intendiamoci, non è che le risorse in campo non ci siano. La Camera di Commercio astigiana, di cui un anno fa fu annunciata l’unione con quella alessandrina, come bene ha ricordato il direttore generale Roberta Panzeri, mette in campo personale e fondi e sforzi insieme ad altre istituzioni ed enti tra cui il Comune di Asti, il consorzio Piemonte Land, le associazioni di categoria agricole e i Consorzi di tutela.
Questo grande sforzo, però, meriterebbe che la Douja decollasse, valicasse i confini piemontesi e persino italiani per essere riconosciuta come una manifestazione di punta nel panorama enologico nazionale. Oggi, dopo 53 anni, fa ancora fatica. Basta fare una ricerca sui principali motori di ricerca web: nelle prime cinque pagine solo riferimenti a media astigiani o piemontesi, con tutto il rispetto per il loro (e nostro) encomiabile lavoro, con qualche sporadica eccezione. E questo nonostante la rivista Forbes abbia recentemente dedicato un servizio ad Asti e alle Cattedrali sotterranee di Canelli (leggi qui) chiudendo, però, la corrispondenza con il consiglio di pernottare nelle Langhe, come se nell’Astigiano non ci fossero fior fiore di relais e hotel di lusso.
Detto questo forse questa edizione andrà meglio delle passate (bisogna sempre migliorarsi no!?) se, come è stato annunciato, la campagna marketing integrata sulla Douja d’Or 2019 prevede, oltre ai media tradizionali, di settore e il web, anche passaggi su trasmissioni radio nazionali e la presenza di influencers che racconteranno la festa astigiana del vino. Che dire? Che Dio ce la mandi buona. La bontà del mezzo radiofonico, in auge da oltre un secolo, non si discute, quella degli influencers è ancora tutta da verificare. E sia chiaro che non stiamo gufando. Amiamo la Douja e per lei vorremmo un super successo.
Qualche anno fa, lo abbiamo già scritto su questo blog, l’allora presidente della Camera di Commercio di Asti, Mario Sacco, oggi alla guida della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, ipotizzò una Douja “spalmata” su tutto il territorio provinciale, per presentare ai visitatori i territori astigiani del vino. Asti sarebbe rimasta centrale, certo, con i suoi palazzi e piazze magnifici, ma ci sarebbero stati navette e collegamenti con Canelli, Nizza Monferrato, la valle Belbo, la Langa Astigiana, San Damiano e il Monferrato. Per quanto bella, innovativa e di non facile realizzazione (ma che vita sarebbe senza qualche sfida?) la Douja “spalmata” è rimasta un’idea. Peccato.
Per tornare alla presentazione il programma e i premiati li trovate qui e qui. Gli interventi di: Renato Goria (Camera Commercio), Maurizio Rasero (sindaco di Asti), Marco Protopapa (assessore Agricoltura della Regione), Francesca Ragusa (vice presidente Provincia di Asti), Mario Sacco (Fondazione CrAsti), Filippo Mobrici (Piemonte Land) e Fabio Carosso (vice presidente Regione Piemonte), sono stati improntati alla collaborazione, valorizzazione, sinergia e sviluppo del settore vino.
Poi foto di gruppo finale.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Le foto a corredo di questo servizio sono della pagina Fb della Douja d’Or.