La Fiat fa pubblicità al vino argentino e snobba le etichette piemontesi. Il Made in Italy non fa squadra

inserito il 15 Aprile 2010

La Fiat, vanto del made in Italy dell’auto, snobba i vini piemontesi e italiani e fa pubblicità a quelli argentini. Non ci credete? Guardate la nuova pubblicità, sui giornali e sulle tv, del Doblò, il furgoncino di casa Agnelli.

Ebbene i creativi incaricati da Fiat (secondo un sito che cita un comunicato della Casa automobilistica sarebbero quelli della Leo Burnett) non hanno trovato di meglio da fare per reclamizzare un’auto italiana che scegliere un attore francese, l’”highlander” Christopher Lambert, e riprenderlo in mezzo alle vigne mentre mima una vendemmia e carica casse di vino.

Considerato che il regista incaricato di dirigere lo spot Fiat è Gabriele Muccino, che la ditta committente è piemontese, che i paesaggi vitivinicoli piemontesi sono candidati a diventare patrimonio dell’Umanità e che si fa un gran parlare di rilancio del vino italiano e piemontese, sarebbe stato logico che la reclame avesse come protagonista un vigneto di Barolo, Barbaresco o Barbera, o, chessò, tanto per non sembrare troppo provinciali, almeno di Chianti o Franciacorta. Comunque un scenario italiano.

Invece no. Nel rispetto del più puro tafazzismo piemontese, quello, per intenderci che spinge chi vive all’ombra della Mole di darsi delle sonore bottigliate sugli attributi, nello spot si parla di Piedra Negra, un vino argentino da vitigno Malbec coltivato nella zona di Mendoza, di cui Lambert, appassionato di vini di lusso e con esperienze eno-imprenditoriali nel Rodano, si dichiara produttore.

I vertici Fiat avrebbero spiegato di aver scelto Lambert come testimonial perché, oltre ad essere un attore noto, è innamorato del suo prodotto e ha una bella storia professionale di successi da raccontare.

Un po’ come se per pubblicizzare il Parmigiano Reggiano si chiamasse l’ad della Renault o della Ford.

Qualcuno obietterà che noi Sdp siamo usi ad esercitare un nazionalismo antistorico rispetto alla globalizzazione imperante.

Beh, è una solenne stupidaggine. Perché siamo convinti che il made in Italy, auto o vino, moda o design, vada valorizzato sempre e non solo a corrente alternata, magari facendo squadra.

Cosa che sanno fare benissimo francesi, tedeschi o statunitensi.

Del resto, tornado a parlare dello sciagurato spot Fiat Doblò, di italiani famosi che fanno vino ce ne sono un sacco e una sporta e non mancano neppure notissimi i vip stranieri che producono etichette in Italia.

Esempi? A decine.

Mick Hucknall, leader e fondatore del gruppo pop inglese dei Simply Red a Catania produce Nero d’Avola; sono produttori di vino il cantante Albano Carrisi, il calciatore Nicola Legrottaglie, l’ex arbitro di calcio Daniele Tombolini, Carlo Liedholm, figlio dello scomparso Nils, che porta avanti l’azienda fondata dal padre vicino ad Alessandria, l’ex ciclista Francesco Moser, produttore in provincia di Trento, l’ex terzino azzurro Paolo Rossi ad Arezzo, il campione di apnea mondiale Gianluca Genoni e i due fuoriclasse della Formula Uno Jean Alesi e Jarno Trulli.

La regista Lina Wertmuller produce spumante in Franciacorta, Ornella Muti gestisce un’azienda a Lerma (Alessandria). Stefania Sandrelli e Giovanni Soldati (figlio dello scrittore e regista Mario Soldati), nella zona di Siena, producono il Chianti, vicino all’azienda vinicola di Adriano Celentano e Claudia Mori.

L’attrice francese Carole Bouquet invece sull’isola di Pantelleria, vinifica il suo passito; Diego Abatantuono produce il “Rosso Abatantuono” in provincia di Lucca; il cantautore Rosalino Cellamare in arte Ron, originario di Pavia, produce un rosso ed un bianco Igt.

E che dire di Sting che da anni vive a Firenze e produce un Chianti, mentre lo stilista Ottavio Missoni produce un Barolo Doc di alta qualità, mentre Mila Schon ha messo in commercio un vino bianco, “Mimosa” ed uno rosso, “Palo Alto”.

Renzo Rosso, patron della Diesel, ha invece realizzato “Bianco di Rosso”, già salito alle ribalte internazionali e prodotto a Marostica (Vicenza), seguito a ruota da Vittorio Giulini della Liolà spa, che nella sua tenuta “La Marchesa” a Novi Ligure produce un Gavi docg.

Come sappiamo noi queste cose le potevano conoscere anche i manager Fiat. O no?

Filippo Larganà (info@saporidelpiemonte.it)

10 Commenti Aggiungi un tuo commento.

  1. Mario 3 Ottobre 2010 at 19:35 -

    Ciao Filippo, hai ragione ma secondo me i nostri industriali e produttori televisivi snobbano gli italiani e regioni italiane. lo dimostra anche il fatto che ultimamente chi fa carriera in televisione sono personaggi di etnia esotica o quantomeno di origine estera. Come se noi in Italia non avessimo donne bellissime e uomini al loro pari anche nel campo del cinama e televisione. Purtroppo sto assistendo a quello che io chiamo ” induzione all’idiozia mediatica”. E di conseguenza ci facciamo condizionare da tutto cio che stampano e trasmettono. Comunque per restare nel tema siamo un marchio aprezzato nel mondo ma America del sud tira più che Piemonte e non apreziamo le bellissimime regioni d’Italia. Mi ha fatto piacere scambiare delle opinioni con te Filippo e ti ringrazio per la tua risposta intelligente e mirata.

  2. filippo 3 Ottobre 2010 at 16:35 -

    Guarda Mario che nessuno su questo blog ha denigrato i vini argentini. Anzi, solo pochi giorni fa ho bevuto un Malbec buonissimo. Qui si è solo segnalato come una importante marca italiana di auto ha scelto come testimonial di un nuovo modello un attore francese che produce vino argentino. Se poi a questo si aggiunge che marca in questione, che più volte in questi decenni ha beneficiato di agevolazioni governative, è piemontese e che parenti della famiglia proprietaria hanno una mega tenuta nella zona del barolo, allora capirai anche tu che lo spot in questione risulti quanto meno bizzarro. Infine ti segnalo su youtube un paio di vecchi spot di auto francesi, ebbene anche lì hanno usato lo stesso attore (francese) come testimonial, non hanno certo chiesto a Christian De Sica o Monica Bellucci (che ormai è mezza francese). Chissà come mai?

  3. Mario 3 Ottobre 2010 at 13:09 -

    Per quanto miriguarda ho assaggiato il vino in questione e ritengo che, per paragone, lo si possa abinare a una ferrari. Non capisco come mai non possiamo concepire che in Argentina ci possa essere dell’ ottimo vino considerato che più del 50% della popolazione e di origine italiana, e la scuola glie la abbiamo fatta noi ai produttori di vino. Il semplice campanilismo made in Italy per prodotti di lusso non giustificano la denigrazione di altri prodotti di eccellente qualità.
    NB. sono un conoscitore di vini e di vetture Italiane.

  4. filippo 16 Aprile 2010 at 17:54 -

    Diavolo d’un Franco Tiratore! Ancora una volta la tua precisazione coglie (in senso buono) nel segno! È proprio vero, c’erano i parenti blasonatissimi produttori vinicoli di “Luca Luca” ad un tiro di schioppo dai cancelli di Mirafiori… la Fiat avrebbe fatto un figurone. E la mia linguaccia velenosa sarebbe rimasta nel fodero o, magari, avrebbe dovuto lodare… Ma forse, oltre che troppo poco esotica, questa soluzione “casalinga” era troppo facile per le menti geniali del marketing made in Marchionne. Mah…

  5. filippo 16 Aprile 2010 at 17:46 -

    C’hai ragione, Flavio, sigh… che tristezza…

  6. filippo 16 Aprile 2010 at 17:45 -

    Veramente, caro Adrian, Albano Carrisi l’ho citato… comunque sono d’accordo, un suo acuto ci sarebbe stato bene, anche perché non è che la Fiat di acuti ne faccia molti in questo periodo. La Muti ha ceduto? M’informo, ma temo che, nel caso, per l’enologia non sia una gran perdita…

  7. Adriano Salvi 16 Aprile 2010 at 15:44 -

    Hai dimenticato Albano Carrisi, lui si autentico “agricolo” , guida pure e davvero il trattore e mi sembra un tipo da Doblò …è nazionalpopolare e si può inserire pure nello spot un acuto…
    FIAT voluntas sua….
    Gli altri citati sono dei benestanti (si sarebbe scritto un tempo sulla carta d’identità) che in passato hanno creduto fosse facile far altri quattrini producendo e vendendo (se ci riescono) vino. Ricordo il compianto Bruno Lauzi, che smise di produrre vino (per altro ottimo) a Rocchetta Tanaro dichiarando che finiva per regalarlo tutto o berlo con gli amici che, ovviamente, non lo pagavano….mi risulta che anche Ornella Muti abbia ceduto l’attività enologica……
    In vino veritas……..

  8. flavio accornero 16 Aprile 2010 at 15:23 -

    Bene ha fatto la Fiat a promuovere i vini Argentini piu simili al livello qualitativo della Fiat .
    Per i vini Piemontesi vedo meglio Audi , Porche ,Jaguar etc e la Fiat non diventera patrimonio dell’Umanita tanto presto.

  9. Franco Ziliani 16 Aprile 2010 at 15:12 -

    grazie per aver evidenziato questa assurdità. Ai vertici Fiat bastava, senza andare tanto lontano, ricordarsi che a La Morra i cugini di Luca Cordero di Montezemolo sono proprietari di una splendida tenuta, Monfalletto, dove si producono ottimi Barolo. Ma non era una scelta abbastanza “esotica” per i vertici Fiat…

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