A una settimana dal Concerto di Capodanno, con la cantante Elisa che si è esibita davanti a migliaia di persone (15 mila il dato ufficiale) e la buona riuscita di un evento organizzato insieme al Consorzio dell’Asti docg, a Collisioni e a un pool di enti e istituzioni locali, il sindaco di Asti, Maurizio Rasero, ha concesso un’intervista a SdP.
I temi affrontati riguardano la viticoltura e il turismo che il primo cittadino considera comparti strategici per la città di Alfieri, «Del resto con i sui 76 mila abitanti resta il Comune agricolo più grande della provincia» ha annotato Rasero.
È emersa forte la decisione dell’amministrazione municipale di Asti di gestire (o tornare a gestire) la vitivinicoltura e il turismo come vie di sviluppo di una città che per tanti anni, forse troppi, si è cullata nell’illusione che l’industria soddisfacesse le aspirazioni e l’evoluzione del capoluogo.
Non è stato così. La chiusura, non sempre indolore e senza conseguenze, di imprese con la perdita di decine se non centinaia di posti di lavoro, ha imposto riflessioni serie. Il sindaco Rasero, in questa intervista, parla, ad esempio, senza mezzi termini della necessità che Asti città entri, anche con una minima area, nella zona di produzione delle uve moscato docg. «Perché così si potrebbe dare prospettiva economica ai viticoltori sulla sponda destra del Tanaro» ha ipotizzato. È una vecchia querelle che ha arroventato per anni la filiera del moscato e di cui questo blog si occupa da più di sette anni (i volenterosi potranno cercare i post e ricostruire tutta la storia). Una polemica tanto sentita che ancora oggi da una parte c’è chi vede di buon grado l’ingresso di Asti come 53° Comune del Moscato nell’ottica di una “blindatura” della zona in senso europeo sulla falsa riga di quello che si è fatto nel Nord Est dell’Italia con i prosecchisti che hanno allargato la zona di produzioni fino al paese friulano di Prosecco. Dall’altra parte c’è chi si è sempre opposto a questa eventualità in nome della difesa della territorialità della denominazione. Un contrasto netto e aspro che è finito a carte bollate, ma che, nonostante le sentenze, non è ancora stato risolto.
L’apertura di Rasero a un confronto sereno, disponibile anche a un lungo iter di ingresso, sembra volere ricondurre tutti alla necessità di unire le forze e non dividerle. Una posizione che, in qualche modo, è figlia di una bizzaria che noi di SdP avevamo segnalato, il fatto, cioè, che si sia organizzato un grande concerto per l’Asti docg (versione dolce e secca) e per il Moscato d’Asti docg ad Asti città dove, per legge, non ci può essere una vigna di moscato docg.
Crediamo che questa stranezza vada risolta in qualche maniera. E lo crede anche il sindaco Rasero.
Vedremo che ne pensano i vignaioli del moscato che sono i detentori del futuro della denominazione.
Po c’è il tema turismo.
Maurizio Rasero difende l’introduzione della tassa di soggiorno, ma avverte: «Asti diventi città turistica». Lo sentiamo dire da tempo. Lo dice, ora, anche il sindaco Rasero. Bisogna, però, che lo capiscano anche associazioni, enti e istituzioni e che si collabori per fare in modo che Asti diventi veramente, prima che la capitale del Nord Ovest, la capitale dell’Astigiano che comprende il Monferrato, ma anche l’Astesana e una parte di Langhe, tutti territori con pari dignità che meritano progetti di sviluppo concreti e non di facciata.
Ha detto il sindaco Rasero: «Sono convinto che un passo indietro di qualcuno significhi tre passati avanti per tutti». Potrebbe essere un buon punto di partenza.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Qui la videointervista a Maurizio Rasero, Le riprese sono di Vittorio Ubertone.