Filippo Mobrici è un uomo di vigna. Agronomo, amministratore delegato delle tenute Bersano, una delle aziende storiche della Barbera d’Asti e del Brachetto d’Acqui, una ventina di giorni fa è stato eletto presidente del Consorzio della Barbera, dei vini d’Asti e del Monferrato.Un ente più dimensionati rispetto a colossi come il Consorzio dell’Asti e del Barolo e del Barbaresco, ma che è riuscito, nel tempo, grazie ad un lavoro costante e tenace, a svecchiare, almeno un po’, l’immagine della Signora in Rosso, come gli appassionati chiamano la Barbera d’Asti.
Mobrici è succeduto a Lorenzo Giordano, presidente della Cantina di Vinchio & Vaglio, altra realtà storica della zona della Barbera, e che SdP ha intervistato proprio a pochi giorni dalla elezione di Mobrici. Vedi qui.
In questa intervista, concessa a Sapori del Piemonte, per Mobrici parla della Barbera futura, gettando le basi per un discorso più ampio, un lavoro di squadra che tende a vedere il vino rosso più famoso e diffuso del Piemonte, come protagonista di un progetto di largo respiro. Basteranno le intenzioni del presidente? Chissà. Certo il lavoro fatto è stato molto, ma c’è da fare ancora tanto e per questo bisogna partire a tempo debito.
Rispetto agli altri vini piemontesi la Barbera d’Asti soffre di una comunicazione fatta a sprazzi, spesso confinata nei canali tradizionali, poco attenta ai new media (un fatto comune a molte realtà economiche piemontesi e italiane). C’è bisogno di innovazione, di comunicazione. Il fenomeno Nizza, che ha alle spalle un micro consorzio di produttori di cui è presidente il vignaiolo sempre connesso Gianluca Morino, è un buon punto di partenza. Altrimenti il rischio è lasciare spazio ai competitor. E in un momento economico come questo sarebbe un errore imperdonabile.
Mobrici, però, sembra avere verve e idee molto chiare. Ecco cosa ha anticipato a SdP. Buona visione.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)