È racchiuso in un testo poco più lungo di una ventina di righe, su carta intestata dell’ente e senza firma, la replica del Consorzio di Tutela dell’Asti e del Moscato alla comunicazione ufficiale (questa lunga meno di venti righe) con la quale Martini & Rossi e Gancia hanno comunicato la loro fuoriuscita dall’organismo di garanzia vitivinicola con sede ad Isola d’Asti. Ecco il testo ufficiale del comunicato consortile.
«Con rammarico il Consorzio per la Tutela dell’Asti docg apprende, attraverso comunicato stampa, l’intenzione delle Aziende Martini & Rossi Spa e F.lli Gancia & C. Spa di rassegnare le dimissioni. Infatti, trattandosi di due marchi storici della denominazione, preferiremmo continuare insieme a sviluppare delle strategie di sviluppo per l’Asti nel mondo. Tuttavia il Consorzio conserva la piena rappresentatività di una larghissima parte della produzione e dei vigneti e pertanto continuerà ad interpretare il proprio ruolo di tutela della qualità, protezione e sviluppo della denominazione e del suo territorio, di cui rappresenta un patrimonio fondamentale. In questo momento spiacevole la nostra prima preoccupazione va nella direzione di consolidare e portare avanti il più rapidamente possibile e con la massima efficacia strategie che possano migliorare sostanzialmente la conoscenza e l’immagine dell’Asti docg (per l’80% venduto all’estero) presso i consumatori finali e gli operatori del settore eno-gastronomico. L’Asti docg è diventato grande fino a superare i 90 milioni di bottiglie grazie allo spirito di collaborazione, inaugurato fin dagli anni ’70, con l’istituzione dell’accordo annuale interprofessionale che ha garantito l’intera filiera. Crediamo che questo sia il miglior modo per tutelare il lavoro di migliaia di famiglie delle province di Asti, Alessandria e Cuneo, che traggono sostentamento dalla coltivazione di uva per la denominazione Asti DOCG.»