Eno-tour di giornalisti e operatori cinesi e statunitensi nelle terre del vino piemontese. Non è una novità, ma è un segnale positivo in un momento difficile per il vino e l’economia italiana che, sempre di più, devono puntare all’export per salvarsi. Dunque l’eno-giro l’ha organizzato il Consorzio Land of Perfection, il consorzio dei consorzi dal nome che qualcuno ha definito pretenzioso e antipatico (epperò l’inglese è a portata globale, l’italiano e il piemontese no…) che organizza eventi e “missioni” in collaborazioni con gli enti di tutela territoriali. In queso caso i consorzi del Barolo e del Barbaresco, del Brachetto e dell’Asti docg.
Tappe nella zona del Barolo e del Barbaresco, del Brachetto e del Moscato che Sdp ha seguito anche con il reportage fotografico e in video di Vittorio Ubertone.
E proprio dalle interviste in video, che pubblichiamo qui, sono arrivate news sorprendenti soprattutto sul Brachetto che negli Usa potrebbe diventare un must con la pizza, in diretta concorrenza con le varie “Cola”, mentre in Cina è il vino ideale soprattutto per i pubblico femminile che ne apprezza lo stile friendly, le bollicine dolci e il colore rosso.
Non potevano mancare le analisi del territorio, in questo caso i manager della Bersano di Nizza Monferrato che parlano di vendemmia e di cantina, ma anche di mercati, perché alla fin fine il vino, qualsiasi vino, si deve vendere al meglio.
Inoltre ci sono anche due videointerviste in inglese (grazie a Roberta Giovine per il supporto linguistico) a Ted Glennon, giornalista, esperto di vino e sommelier, e Joanie Bonfiglio Karapetian, selezionatrice di vini e altre buone cose per un’azienda statunitense, esperta di marketing ma anche blogger (http://italianwinegeek.com/) che, come dichiara apertamente date le origini italiane della sua famiglia, porta in alto la bandiera dei vini italici (grazie!).
A Ted e Joanie, tramite Roberta, abbiamo chiesto il rapporto tra giovani e donne americani e due vini importanti per il Piemonte, in tema di volumi, come Asti e Moscato docg . È venuto fuori che le potenzialità sono enormi, che i vini dolci sono ideali per avvicinare gli eno-neofiti, ma che manca un po’ di comunicazione. Ecco, lavoro ce n’è in abbondanza. Basta volerlo fare.
Filippo Larganà (filippo.largana@libero.it)
Le interviste
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Le fotografie
scusa per il ritardo nell’approvare il post, contadina, ero e sono un po’ nelle curve… come tutti noi… 😉
Da buona Bastian contrario trovo poco rassicurante le liaisons brachetto/cola e moscato/eno-neofiti (= il moscato va bene x i bambini) …territorio, storia e cultura le buttiamo in pasto alle foche? Va bene cogliere un’opportunità ma quando cominceremo a gettare solide basi per l’Asti?
Ah…già, dimenticavo che il cervello a noi moscatisti ce l’hanno dato in dotazione ma lo centelliniamo con parsimonia per non consumarlo!