C’è voglia di futuro, di guardare avanti, di lasciarsi alle spalle difficoltà e divisioni, senza dimenticare le sfide dell’oggi e di domani.
Alla Douja d’Or di Asti, che ha chiuso i battenti ieri, domenica 18 settembre, prima edizione post pandemia senza mascherine, distanziamenti e regole anti assembramento, si è respirata un’aria di rinnovamento ritrovato, sembra un ossimoro, ma non lo è.
La festa del vino di Asti, che per qualcuno è troppo popolare e che, certamente, è migliorabile sotto molti punti di vista, ha dimostrato in modo inequivocabile che il vino non è solo un elemento economico, commerciale, di fatturato, di branding o di export (tutte cose legittime e che devono esserci, s’intende), ma è anche, e per fortuna, condivisione, cultura pop lontana da concetti elitari ed esclusivisti, è stare insieme, fare festa, giocare con serietà ed essere seri con leggerezza, è storia e cultura, è paesaggio e città, è rispetto dell’ambiente, delle tradizioni guardando al di là di muri e creando ponti.
Ora ci saranno i “rosari” dei numeri, delle bottiglie aperte, dei calici riempiti e dei piatti serviti. Giusto, sacrosanto, ma la matematica non darà mai il senso della festa.
Cosa non ci è piaciuto della Douja d’Or 2022? Meglio dire cosa vorremmo ci fosse.
1) Eventi sul territorio dove il vino si fa e si coltiva l’uva, questa Douja è stata in tempo di vendemmia questa occasione di racconto andava, a nostro avviso colta.
2) Appuntamenti aperti anche ad altre aree vitivinicole (lo dice nella nostra video intervista il vicepresidente di PLand, Filippo Mobrici)
3) Un po’ più di coinvolgimento da parte del mondo del vino piemontese non guasterebbe. Bene Asti e Barbera d’Asti coinvolti. Bene il Vermouthe e le grappe. Peccato non aver visto isole dedicate a: Alta Langa, Gavi, Barolo, Barbaresco, Timorasso, ma anche Erbaluce, Ovada, Freisa di Chieri e altri denominazioni tutelate da Consorzi anche se, per la verità, molti di queste erano in degustazione nel fornitissimo stand di Piemonte Land of Wine in piazza San Secondo. Però, “repetita iuvant” eccome!
4) Concomitanze. Okkei nel primo fine settimana il Palio, ma nel secondo weekend con la Douja si sono svolte ad Asti altre due manifestazioni di segno simile: un mercatino di cibo internazionale e un evento di strada dedicato al vino. Troppo, davvero troppo. Meglio spalmare che abbuffarsi.
Le cose che ci sono piaciute
1) Nonostante la folla la città di Asti ne è uscita sempre pulita e in ordine. Non era per nulla scontato
2) Nonostante la campagna elettorale (si vota il 25, andiamo tutti a votare che è un nostro dovere e soprattutto un diritto) la presenza dei candidati, locali e non, è stata discreta e non invasiva. Bene, bravi, bis.
3) Professionalità estrema degli operatori e dell’organizzazione. Bene.
4) Rassegna quasi completa dei vini del Piemonte. Ottimo! Una rarità in una terra che fa dei campanili il suo vessillo, purtroppo anche quando non dovrebbe.
Infine qui di seguito ci sono i filmati – il video della degustazione di Fresia, vino a cui la Regione Piemonte ha dedicato il 2022, allestita nella Camera di Commercio di Asti – le fotografie dell’ultimo giorno della Douja d’Or 2022, con le interviste in video a: Erminio Renato Goria, vicepresidente della Camera di Cmmercio di Alessandria e Asti; Filippo Mobrici, vicepresidente di Piemonte Land of Wine e presidente del Consorzio Barbera d’Ssti e Vini del Monferarto; e Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura del Piemonte, realizzate da Vittorio Ubertone.
Festa del vino. Archiviata la Douja d’Or 2022, la prima dopo la pandemia. Parlano Goria (CamCom), Mobrici (PLand) e Protopapa (Regione). Cosa ci è piaciuto e cosa meno
inserito il 19 Settembre 2022Lascia un Commento
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