Riceviamo dal Consorzio dell’Asti e del Moscato d’Asti docg e pubblichiamo. “Gli ineguagliabili aromi e profumi del Moscato d’Asti, la straordinaria bellezza dei vigneti, la storia centenaria delle cantine e la passione che si trasmette di generazione in generazione. Questo e molto altro ha fatto breccia nel cuore della prestigiosa delegazione statunitense ospite per quattro giorni del Consorzio dell’Asti docg. Il gruppo era composto da 11 sommelier che in maggioranza visitavano il Piemonte per la prima volta: Amanda Rochelle Sparacino (sommerlier al Del Frico’s Restaurant Group, Chicago, Illinois), Curtis Stanton Dyer (wine director al Bob’s Steak and Chop House, Dallas, Texas), Gregory Alan Aiken (assistant general manager e wine director al Mastro’s Ocean Club Restaurants a Newport, California), Kevin Lanctot (wine diretctor al Michael’s on Naples Ristorante a Long Beach, California), Jeffrey Dwayne Mayfield (wine director al Del Frisco’s Restaurant Group di Philadelphia, Pennsylvania), Keith Andrew Hansen (Beverage manager e wine director all’Intercontinental Hotels Group di San Francisco, California), Tonya Monae Pitts (sommerlier e wine director al One Market/Lark Creek Restaurant Group di San Francisco, California), Sylvie Gervais (wine director al Mizner Country Club di Miami, Florida), Tarik Bouslama (sommelier al Four Season Hotels and Resorts, Orlando, Florida), Tina Pamela Silverberg (corporate sommelier e senior beverage operation specialist presso Legal Sea Foods, Boston, Massachusetts). Insieme a loro erano presenti firme illustri del vino negli Usa: Patrick James Cassidy di Miami, professore alla Florida International University e in passato uno dei maggiori buyer di vino in Usa, Cathrine Marie Todd di New York, editorialista per diverse testate e creatrice dell’influente blog Dame Wine, Lyndan Howard Farmer, editorialista al Miami Indulge Magazine e direttore del Veritage Miami, Raymond Fister di Milwaukee, giornalista radiofonico e ideatore della testata web Life Between the Vines, Thomas A Hyland di Chicago, giornalista e fotografo tra i più esperti di vino italiano autore della testata Reflections on Wine e Wanda Rowe di Miami, direttore responsabile del Southern Beverage Journal.
Dopo il saluto del Presidente Romano Dogliotti e la cena istituzionale nella storica sede di Palazzo Gastaldi, gli ospiti hanno avuto l’occasione di apprezzare le attività per la valorizzazione e la tutela della Docg visitando il laboratorio di analisi di Isola d’Asti. Molte le domande rivolte al responsabile tecnico del laboratorio Guido Bezzo e al direttore Giorgio Bosticco, in particolare sul ruolo del Consorzio, sui controlli, sulla tracciabilità dei prodotti e sulle attività promozionali previste negli Usa. Il tour alla scoperta del Moscato e del suo territorio è poi entrato nel vivo con la visita alle cantine Ceretto, Vignaioli di Santo Stefano Belbo, Coppo, Caudrina, Michele Chiarlo e Marenco.
Commenta il direttore Giorgio Bosticco: “La delegazione è stata affascinata dalla bellezza del paesaggio disegnato dai vigneti, dalla viticoltura estrema sui sorì del Moscato, dalla grande cultura del vino e dalla profonda umanità che pervade i nostri produttori. Ogni cantina ha presentato la sua storia, le sue eccellenze e i diversi modi per degustare il Moscato d’Asti a tutto pasto, dall’antipasto al dolce. La ricchezza e la varietà di proposte ha conquistato la delegazione americana, ogni ospite sarà un autorevole ambasciatore del prodotto sul mercato americano”.
Il presidente del Consorzio Romano Dogliotti sottolinea: “Gli Stati Uniti sono il primo mercato mondiale per il Moscato d’Asti. Solo dieci anni fa esportavamo 2 milioni di bottiglie ma a fine 2016 abbiamo superato i 20 milioni con un trend che è in continua crescita. Parte del successo negli Usa è riconducibile alla “Moscato Mania” che ha contribuito a far crescere i consumi di tutte le tipologie di moscato, in particolare californiano, a 350 milioni di bottiglie. Ma grazie al tenace impegno di alcuni nostri produttori, il Moscato d’Asti si è posizionato al vertice della scala del valore percepito e al top della scala di prezzo. La delegazione americana ha classificato il Moscato d’Asti degustato in questi giorni come “il migliore mai bevuto prima”.
L’incoming rientra nel piano di promozione del Moscato d’Asti negli Usa finanziato con fondi OCM. Tra la fine di ottobre e i primi mesi del 2018 sono previste altre tappe della Moscato Masterclass con incontri e degustazioni a Chicago, San Francisco e Miami”.
concordo, ma rilevo ancora una volta che sul mercato italiano si sta facendo ancora nulla o poco. Il Consorzio ha promesso azioni che ancora non ci sono e siamo già a fine estate 2017. Forse sarebbe meglio sbrigarsi per spiegare agli italiani che l’Asti docg non è uno spumantello da outlet, ma un grande vino. O ho?!
Benissimo questa promozione, però è necessario contrastare con più autorevolezza i molteplici taroccament in tutto il mondo.